La pace cinese. Vertice a Mosca, oggi parla Putin

Il ministro degli Esteri Wang al Cremlino per mediare. Atteso il discorso dello zar sullo Stato della nazione

Sospesi tra escalation e de-esclation. Tra la visita a Mosca del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che illustrerà a Vladimir Putin il piano di pace in dodici punti annunciato durante la visita a Roma e pubblicizzato alla conferenza di Monaco, e – di contro – il discorso al Parlamento nel quale Vladimir Putin potrebbe alzare l’asticella del conflitto, bruciando di fatto il tentativo cinese.

Il discorso di Putin: "Hanno iniziato loro la guerra, continueremo l'operazione speciale"

Vladimir Putin (Ansa)
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Tutti gli occhi a Mosca sono puntati sul Gastin Dvor, il palazzo non distante dalla Piazza Rossa dove oggi Vladimir Putin terrà alle due camere riunite del Parlamento il suo primo discorso sullo Stato della Nazione per la prima volta in quasi due anni. Ieri il canale news statale russo Rossiya 24 ha lanciato un conto alla rovescia fino al discorso, il che la dice lunga sulla volontà del Cremlino di alzare l’aspettativa. Dopo l’appuntamento saltato lo scorso anno a causa dell’inizio del conflitto ucraino, il presidente si rivolgerà solennemente non solo ai parlamentari, ma anche alle massime autorità e a una delegazione di soldati reduci dall’invasione.

I cremlinologi annunciano un discorso duro, probabilmente più duro del previsto dopo la visita a Kiev di Joe Biden. "Il presidente darà particolare attenzione al tema dell’operazione speciale in Ucraina" ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Ed era ovvio. Quel che si teme è un esplicito riferimento all’uso "legittimo" dell’arma atomica "per difendere il suolo russo", il che con l’annessione delle regioni ucraine invase, può significare uso quando gli strateghi russi vorranno. Sarebbe l’ennesimo tentativo di intimorire il mondo, che finora non ha funzionato. Per questo si teme che Putin annunci anche il dispiegamento di missili nucleari in Crimea e forse nelle due repubbliche del Donbass.

In un contento di guerra aperta, assume quindi ancora più rilevanza il tentativo cinese, tanto più se, come dice il ministero degli Esteri cinese, il documento di Pechino ribadirà le proposte del presidente Xi Jinping, "tra cui il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi, gli scopi e i principi della Carta Onu, il fatto che le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi dovrebbero essere presi sul serio". Come conciliare il rispetto dell’integrità territoriale ucraina con le ambizioni russe è un mistero, ma l’Europa spera che Pechino presenti un piano credibile che abbia successo. Un pò meno ci crede l’America che giusto l’altroieri con il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha accusato la Cina di voler armare la Russia. "Noi – è stata la stizzita replica – non siamo come gli Usa che forniscono stabilmente armi al campo di battaglia. Non le abbiamo fornite e non le forniremo. Noi puntiamo alla de-escalation". Il come, assai complesso, è tutto da vedere.

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