La nuova carta atlantica firmata Biden-Johnson

Il presidente Usa rilancia l’asse con Londra per confrontarsi con Mosca e Pechino. I Grandi chiedono all’Oms una nuova indagine sull’origine del Covid

Da sinistra: Carrie. Johnson, 33 anni, Boris Johnson, 56, Joe Biden, 78, e Jill Biden, 70

Da sinistra: Carrie. Johnson, 33 anni, Boris Johnson, 56, Joe Biden, 78, e Jill Biden, 70

È sceso dall’aereo sulla costa della Cornovaglia sorridente ma con passo fragile. "È super preparato per tutti gli appuntamenti con i leader mondiali", dice la moglie Jill piena di energia e pronta a sostenerlo ad ogni passo. Il presidente americano Joe Biden sceglie l’Inghilterra come prima tappa per ricreare con Boris Johnson la "relazione speciale con gli Stati Uniti" e annunciare l’aggiornamento di una "nuova carta Atlantica", al fianco di Bruxelles per dimostrare che Usa, Unione europea e Nato sono unite per confrontarsi con la Russia e la Cina. Così il presidente americano ha voluto mandare un segnale di grande compattezza sulle crisi del pianeta che vanno affrontate insieme.

Biden, il leader più vecchio e più esperto al tavolo del G7 che si apre nel castello blindato vicino al golfo di Carbis Bay in Cornovaglia, vuol sfruttare ogni simbolismo di questo suo primo viaggio oltreoceano per ripristinare la leadership americana appannata negli anni scorsi dall’arroganza unilaterale dell’ex presidente Donald Trump. Dopo il vertice Nato, Biden vuole presentarsi con una linea condivisa all’appuntamento cruciale di questa sua lunga missione: il summit con Vladimir Putin in programma il 16 giugno a Villa La Grange alle porte di Ginevra.

Il presidente Usa avrà anche un atteso faccia a faccia domani col premier italiano Mario Draghi, senza contare un difficile mini-summit col presidente turco Recep Tayyip Erdoğan prima di affrontare gli scogli col Cremlino.

Per ritrovare il suo posto a capotavola e sostenere che "L’America è tornata" sia alla Nato, sia all’Unione europea, sia all’Inghilterra, Biden ha voluto portare fatti, e spazzare via i segni della non produttiva presunzione trumpiana esplosa con la guerra dei dazi.

Ieri Biden ha annunciato che gli Stati Uniti doneranno subito 80 milioni di dosi mentre hanno già comprato altri 500 milioni di dosi Pfizer prodotte in America che verranno distribuite sempre gratuitamente in altri 100 Paesi del mondo tra i più bisognosi. "Non chiediamo niente in cambio e nemmeno impegni futuri – dice Biden – Vogliamo donare i vaccini per salvare vite umane e combattere il Covid-19 che in America ha prodotto più vittime della prima e della seconda guerra mondiale messe insieme con l’aggiunta del Vietnam. Se dopo la seconda guerra mondiale l’America è diventata l’arsenale della democrazia col Covid-19 dovrà diventare l’arsenale dei vaccini", ha sostenuto il presidente americano, sottolineando inoltre che "nei momenti di difficoltà, gli americani cercano di dare una mano".

Ma il presidente americano e il G7 non si limitano a parlare di vaccini. Vogliono anche sfidare la Cina sull’origine del virus e chiedono una nuova indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità. Le conclusioni al G7 sul clima, sulla cybersecurity e sulla vaccinazione globale sono però solo il corollario del grande dossier politico bilaterale che la Casa Bianca vuole aprire col Cremlino. "Avrò una conversazione molto schietta con Putin – ha detto il presidente Usa – gli dirò quello che penso debba sapere dell’America e gli dirò che l’America e l’Europa si muoveranno unite".

Se i simboli valgono però anche per interpretare il presidente russo, la risposta che Mosca ha dato alla richiesta internazionale di liberazione del leader dell’opposizione Navalny è arrivata pesante perché la magistratura ha dichiarato – proprio mentre Biden atterrava in Inghilterra – che l’intero movimento del dissidente incarcerato è fuori legge e minaccia ritorsioni contro tutti i suoi aderenti in quanto "finanziati da agenti stranieri".

Biden è avvertito: Mosca non tollera ingerenze interne e Putin mercoledì sarà chiarissimo su questo. Ci potrà essere collaborazione sulla riduzione degli armamenti atomici e forse anche sulla crisi nucleare con l’Iran e i suoi riflessi in Siria, ma Biden non potrà continuare a dire a Mosca che cosa deve fare e come trattare con i dissidenti.