La Nato promette nuove armi a Kiev Sanzioni più dure: stop all’oro russo

Biden al vertice straordinario dell’Alleanza Atlantica: "Siamo pronti a fornire sistemi di difesa aerea"

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di Alessandro Farruggia

"La Nato non è mai stata così unita" dice soddisfatto Joe Biden. L’Alleanza atlantica rafforza il suo fianco est, Kiev avrà più aiuti militari ed economici, Mosca più sanzioni e più isolamento internazionale. È questo il risultato del combinato disposto della riunione straordinaria della Nato, del G7 e del Consiglio Europeo. Obiettivo alzare il prezzo dell’intervento per Putin, e spingerlo a trattare.

STRETTA SULLE SANZIONI

Arriva la prevista nuova ondata di sanzioni occidentali alla Russia per l’aggressione all’Ucraina, con Londra che allarga la ‘black-list’ a 65 nuove società e personalità russe, tra cui anche la banca di stato Gazprombank, e gli Stati Uniti che procedono contro altri 400 tra individui e aziende. L’Ue si prepara a sua volta ad allargare l’elenco dei sanzionati, a valle del Consiglio Europeo di ieri e oggi. I Paesi del G7 si dicono pronti ad altre sanzioni, anche se ancora l’embargo su gas e petrolio resta fuori dal tavolo: l’Europa, Germania e Italia in primis, non lo vogliono. E consapevole di questo, per non spaccare il fronte, Biden non l’ha chiesto. Per stringere sui tentativi di aggirare le sanzioni, invece, si interverrà sull’oro della banca centrale russa, a cui sarà impedito di vendere le riserve auree. "Sia il summit della Nato sia quello del G7 – ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi – ha mostrato una unità straordinaria tra tutti gli alleati nel condannare l’aggressione all’Ucraina e nel mantenere le sanzioni e nel decidere di inasprirle se fosse necessario". Draghi, come il cancelliere tedesco Scholz, hanno anche seccamente respinto la richiesta russa di essere pagata in rubli per il export di petrolio e gas. "Si tratta di una violazione contrattuale" ha sottolineato Draghi.

Si tratterà ora di vedere come reagirà Mosca. Per aiutarla a ridurre la sua dipendenza dal gas russo, gli Stati Uniti hanno intenzione di fornire 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto all’Ue entro la fine del 2022: l’accordo dovrebbe essere firmato oggi.

PIÙ ARMI A KIEV

E TRUPPE NATO IN EUROPA

"Gli alleati – ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, riconfermato fino al 2023 – hanno deciso di fornire più assistenza all’Ucraina, anche dal punto di vista militare. Tra questi si contano armi anticarro, antiaeree, difese anti missile e droni, che si sono dimostrati molto efficaci. Ma non daremo dettagli. Gli alleati poi assisteranno l’Ucraina con aiuti finanziari e umanitari".

La Gran Bretagna da parte sua fornirà altri 6 mila missili e 25 milioni di sterline ed aiuti militari aggiuntivi verranno da vari Paesi, dalla Finlandia alla Svezia. No – per l’opposizione degli Stati Uniti – alla fornitura di aerei militari, resta aperta la possibilità che vengano inviati missili antinave e blindati.

Per rispondere all’aggressività russa, la Nato decide poi di rafforzare il proprio fianco est, in modo da chiarire una vota per tute che l’articolo 5 del trattato atlantico – un attacco a uno è un attacco a tutti – verrà rispettato alla lettera.

"Per difendere meglio i nostri territori – ha annunciato Biden – la Nato ha dispiegato quattro ulteriori gruppi da battaglia in Romania, Bulgaria e Slovacchia per rinforzare il fronte ad Est".

I quattro sono aggiunti ai quattro già presenti nei Baltici e in Polonia.

"In Europa – ha ricordato Stoltenberg – ci sono oggi dispiegate truppe per un totale di 100.000 soldati, di cui 40.000 sotto diretto comando Nato". "Il rafforzamento del fianco est della Nato è pericoloso e destabilizzante" ha subito reagito Mosca.

IL G7: PUTIN PAGHERÀ

Non è solo la Nato, ma anche il G7 ha picchiare duro. "La leadership russa – avverte il G7 – ha l’obbligo di conformarsi immediatamente all’ordine della Corte internazionale di giustizia di sospendere le operazioni militari. Non risparmieremo sforzi per chiamare il presidente Putin e gli architetti e sostenitori di questa aggressione, incluso il regime di Lukashenko in Bielorussia, a rispondere delle loro azioni". Tra alleati si è discusso anche dell’emergenza alimentare che potrebbe scaturire, specie in Africa e Medio Oriente, dalla guerra. Gli Stati Uniti e il Canada si sono detti pronti ad aumentare la produzione mentre il presidente Macron ha proposto un piano straordinario.