Mercoledì 24 Aprile 2024

"La musica? Solamente un dettaglio" Villotti: l’importante era rimorchiare

Jimmy ha suonato per Conte, Dalla, Capossela. "Ora la gente ha voglia di riunirsi"

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Jimmy Villotti, uno dei chitarristi più apprezzati d’Italia, che ha suonato la chitarra per Guccini, Dalla, Vanoni, Conte, Capossela e altri, sorride alla notizia del ritorno del suo strumento. "Sono contento, vuol dire che la gente ha voglia di tornare insieme. Per me la chitarra è stato tutto, mi ha tolto dal grigiore di una vita a fare il magazziniere o il falegname".

Cosa rappresenta la chitarra per la gente?

"È lo strumento per antonomasia. Lo si imbraccia facilmente, lo puoi comprare a qualsiasi prezzo, adesso ci sono chitarre a 50 euro, anche cinesi, che funzionano benissimo, si impara a suonare abbastanza in fretta e ti fa comunicare con gli altri".

Come mai ha avuto questa curva, dal grande successo a quell’appannamento?

"Negli anni ’60 per noi era la cosa più facile per arrivare alle ragazze e alla gente. Io non ero attratto dalla musica, suonavo così, per stare insieme agli altri, l’avevo sempre in spalla. Poi c’è stato il periodo del rock, di Jimi Hendrix, dei Cream, della scoperta che feci di Frank Zappa, sono arrivate le tastiere, il sax tenore. Le donne dicevano: ’Che bella voce ha il sax…’ e la chitarra ha un po’ sofferto. Anche con la disco. Ci siamo allontanati, si ballava distanti".

Intanto eri diventato un professionista.

"Beh sì. Dopo l’ho amata e la amo veramente. Ma bisogna studiarla se la vuoi suonare bene. Un conto è strimpellare, un conto è suonare".

Arbore ha sempre detto: "Adoro Villotti perché ha sempre quella gran ‘pennata’".

"Sì, ma Renzo esagera, è sempre troppo gentile, un signore dello spettacolo. Però ribadisco: il fatto che sia tornata in voga mi fa piacere perché la chitarra ha un senso romantico che purtroppo si era un po’ perso".

Giorgio Comaschi