La mossa della Bce Su i tassi dello 0,75% I mutui variabili schizzano

Paura per l’impatto. L’allarme dell’Ance: la domanda immobiliare scoraggiata

Migration

"Dobbiamo fare quello che dobbiamo fare. Una banca centrale ha il mandato della stabilità dei prezzi e deve perseguirlo usando tutti i mezzi". E così la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha tirato dritto nonostante le perplessità di diverse cancellerie europee, a partire da quelle della premier italiana Giorgia Meloni che durante il discorso di fiducia alla Camera aveva bocciato la strategia anti inflazione adottata dalla Bce.

LA STRETTA

L’Eurotower rialza quindi ancora i tassi di interesse come in settembre: altri 75 punti base in più (0,75%). Dal 2 novembre il costo del denaro nell’area euro sale al 2%, il livello più elevato dal gennaio del 2009. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali sale al 2,25%, mentre il tasso sui depositi delle banche commerciali presso la stessa Bce sale all’1,50%.

LE CONSEGUENZE

"Una mazzata" per le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile, è l’allarme dei consumatori. Facile.it calcola che l’aumento dei tassi di interesse "potrebbe tradursi in un incremento delle rate dei mutui variabil, con rincari fino a 50 euro al mese per un finanziamento medio, e un aggravio complessivo di circa 150 euro da inizio anno".

CARO MUTUI

Se poi l’Eurobor aumentasse in misura uguale ai tassi della Bce – è la previsione di Facile.it – per un mutuo variabile da 126.000 euro sottoscritto a gennaio 2022 si pagherebbe una rata da 604 euro, 50 euro in più rispetto ad oggi e 150 euro in più da inizio anno (+32%). I future sul tasso di interesse medio (che sono la fotografia delle aspettative degli operatori) tracciano una previsione ancora più fosca, con un Euribor a 3 mesi al 2,24%. La rata del mutuo simulato salirebbe allora a 630 euro.

EFFETTO DEPRESSIVO

"La stretta della Bce rischia di compromettere ulteriormente una situazione già difficile". Non nasconde le preoccupazioni la presidente dell’Ance (i costruttori aderenti a Confindustria), Federica Brancaccio. "Innalzare i tassi in Europa non servirà a tenere bassa l’inflazione, ma anzi rischia di avere un effetto depressivo. E questo perché siamo in un momento in cui imprese e famiglie stanno già fronteggiando una forte crisi di liquidità, per il caro bollette, per i costi dell’energia e dei materiali alle stelle".

IL MERCATO IMMOBILIARE

L’Ance teme un effetto domino devastante. "Se il denaro costa di più – dice Brancaccio –, le imprese ridurranno la richiesta di credito e gli investimenti. Per le famiglie significherà più difficoltà nell’accedere ai mutui e sostenere rate più alte, e questo scoraggerà la domanda immobiliare".

LA GOVERNATRICE

Lagarde ha difeso la stretta spiegando che secondo la Bce è l’unico strumento per contrastare un’inflazione ancora troppo alta (in Europa sfiora il 10%). "Dobbiamo farla scendere al 2%", ha detto la governatrice. Nel frattempo Francoforte si "aspetta un ulteriore indebolimento dell’economia dell’Eurozona", con una recessione possibile in arrivo, e in questo contesto "l’inflazione così alta danneggia consumi e spesa". L’obiettivo dell’inflazione al 2% oggi appare non solo ambizioso ma molto complicato. Non a caso Lagarde in conferenza stampa ha ammesso che dovranno essere presi ulteriori provvedimenti (non escluso un ulteriore aumento dei tassi) nel corso di altre riunioni entro fine anno. È il segnale – dicono gli analisti – che a Francoforte hanno prevalso i falchi spazzando via i dubbi sulla natura dell’inflazione espressi dallo stesso capo economista della Banca centarle europea, Philip Lane, ("È uno choc dal lato dell’offerta").

IL BRACCIO DI FERRO

Oltre alla premier Meloni, anche il francese Macron, la finlandese Marin e il protoghese Costa si erano schierati contro strette eccessive temendo l’impatto sulla domanda e sul credito. Inutilmente. Ieri il ministro dell’Economia Giorgetti ha cercato di gettare acqua sul fuoco, lanciano però un ulteriore messaggio all’Eurotowe: cautela, i governi non resteranno a guardare. "Probabilmente non sarà l’ultimo rialzo dei tassi in questa fase – le paorle di Giorgetti –, ma confidiamo nella saggezza della Bce nell’interpretare le cause della recente impennata dell’inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell’economia europea". Come dire, piano con l’acceleratore sui tassi. Il braccio di ferro tra Roma e Francoforte nelle prossime settimane potrebbe essere più rumoroso.

Davide Nitrosi