Martedì 16 Aprile 2024

La minaccia "Armi nucleari pronte Ma Putin le userà solo per tenere la Crimea"

Batacchi (Rivista italiana difesa): lo zar spera che gli Usa fermino Kiev "Escalation probabile se venissero toccati i territori controllati dal 2014. Il ponte? Un obiettivo sensibile, qualcuno ha aiutato gli ucraini"

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di Alessandro Farruggia

Piero Batacchi, direttore di Rivista italiana difesa, che accadrà adesso? Putin tenterà di vendicarsi per l’attacco al ponte di Kerch?

"Putin ha poche carte in mano per rispondere all’attacco al ’suo’ ponte. L’aviazione russa si è dimostrata inefficace, l’artiglieria russa non è più così prevalente, i missili sulle città già li lancia, le forze di terra sono in difficoltà: per fare un vero salto di qualità e punire gli ucraini potrebbe solo usare armi nucleari tattiche. Ma non credo sia giunto il momento. Le tiene pronte se gli ucraini dovessero giungere alle porte della Crimea o tentassero di prendere le città di Lugansk o Donetsk, che i russi controllano dal 2014".

È cambiato oggi il rischio di una escalation nucleare? E quanto è alto?

"In prospettiva, resta alto. Dipende come va la guerra e quanto terreno perdono i russi. Putin ha tracciato una linea rossa da non superare per evitare una guerra nucleare. Il problema è che non sappiamo dove questa linea sia. Putin bluffa e spera che gli americani, per evitare un conflitto nucleare, frenino Zelensky. Allo stato il bluff non viene creduto e gli ucraini possono avanzare. Ma tutti sanno che le cose potrebbero cambiare se si toccheranno le aree chiave, come la Crimea, che sono a mio avviso coperte dalla garanzia nucleare russa. Ci si muove su una linea molto inclinata"

Chi è stato a far saltare il ponte?

"A mio avviso sono stati gli ucraini, io propendo per una azione delle forze speciali ucraine più che per l’ipotesi del camion bomba, che a mio avviso è debole e non spiega i danni visti".

Azione di sabotaggio con cariche piazzate sotto il ponte?

"Sì esatto. Se fosse stata una autobomba l’esplosione avrebbe dovuto sciogliere l’asfalto, e invece è integro, mentre il piano del ponte è sprofondato. Come se l’esplosione venisse da sotto, cosa che sembra suggerita pure dalle immagini della detonazione. E poi c’è il fatto che il ponte sono in realtà due strutture, separate e ad altezze diverse. Difficile che una esplosione nel ponte in basso abbia coinvolto il treno che viaggiava molto più in alto. È chiaro che una operazione di sabotaggio simile non è facile e presuppone una seria logistica. Ora, da dove sono venuti? Dall’acqua, ragionevolmente. E chi li ha portati? Questa azione presuppone un livello di supporto che non so quanto gli ucraini sono in grado di esprimere. Forse c’è stato un “aiutino“ occidentale. Chissà...".

Podoliak, il consigliere di Zelenski, in mattinata aveva detto che l’attacco "è solo un inizio, perché tutto ciò che è illegale deve essere distrutto", di fatto facendo capire che erano stati loro, ma in serata ha cambiato radicalmente versione evocando la pista russa: un conflitto tra Fsb e ministero della Difesa. Che succede?

"Tutto può essere, ma dove sono le prove? Mi viene anche un sospetto. Che qualcuno possa aver suggerito a Kiev di tenere un profilo più basso e di dare la colpa a Mosca".

Chi?

"Forse gli americani? E questo avvalora l’ipotesi che un aiutino occidentale ci sia stato...".

’Aiutino’ di che tipo?

"Magari per portare in zona le forze speciali ucraine e fornire loro idonea assistenza".

Supponiamo che aiutino o no, a colpire sia stata Kiev. Con quali obiettivi?

"Si tratta di una azione largamente dimostrativa, simbolica. I danni sono tutto sommato limitati e riparabili del tutto in pochi giorni. Ma il valore simbolico è grande. Si è voluto colpire il giorno immediatamente successivo al compleanno di Putin il ponte che collega la Russia alla Crimea: è uno schiaffo a Mosca. Si è voluto dire. possiamo colpire ovunque, anche i simboli, anche la Crimea. È una azione che dà morale anche al fronte interno".

Non c’è anche una componente di risposta a Biden, ne senso di ’noi non ci fermiamo, noi non trattiamo’?

"Non mi pare. Biden è colui che arma l’Ucraina, Zelensky non ha nessuna intenzione di farlo innervosire. Ne ascolta i discorsi e magari tira diritto sui suoi obiettivi, forzando. Ma cercando di non irritare troppo Washingon, almeno sino a quando non sarà proprio indispensabile".