Martedì 23 Aprile 2024

"La mia Venezia deturpata Non c’è rispetto né amore"

Migration

di Alessandro Belardetti

I suoi scatti hanno raccontato l’Italia nel mondo. Il maestro Gianni Berengo Gardin, 91 anni, nonostante la patina di inciviltà che copre il nostro paesaggio, ha sempre estrapolato la poesia.

Come ci riesce?

"Non è facile. Il fotografo, però, ha la fortuna di poter attendere l’arrivo del momento di quiete. Sicuramente un segreto è rifugiarsi nei piccoli borghi, nelle cittadine che ancora sono meravigliose".

Le grandi città invece sono invase da ogni tipo di degrado. Perché?

"L’italiano ama la propria città, ma non la rispetta. Il suo è un amore malato, come quello di molti uomini con le donne. Se c’è qualcosa che non sopporto è la maleducazione delle persone: dai pacchetti di sigarette gettati a terra, ai monopattini con 3 persone a bordo che ti sfrecciano a dieci centimetri sul marciapiede. Noi anziani siamo le principali vittime di questo degrado estremo, perché facciamo fatica a difenderci".

Nel lockdown, invece, il paesaggio (vuoto) era tutto poetico. Le persone stando insieme sono, come diceva Italo Calvino, "l’ inferno dei viventi"?

"Io sono egoista e preferisco la scena animata, ma non troppo. Dopo il lockdown, certo, è tornata la confusione: la natura delle città, con l’agglomerato di persone, porta a questo".

Lei ha attraversato la Storia d’Italia. C’è stata un’epoca in cui le città erano meraviglie da non rovinare?

"Una volta c’era più rispetto del prossimo e del territorio. Io ho vissuto la privazione della guerra che ti insegna a non avere luce, cibo, acqua: non ti lamenti mai e ciò che hai è oro. C’erano meno mezzi di trasporto, sicuramente il progresso industriale ha effetti sul degrado".

Cosa bisogna fare per invertire la rotta?

"I giovani dovrebbero essere istruiti a scuola, ricevendo dalle elementari una forte educazione civica. Io avevo due genitori severi e mi hanno educato anche troppo, forse per questo vedo la differenza coi giovani d’oggi".

Lei ha vissuto in tanti luoghi del mondo. Cos’hanno gli stranieri di diverso da noi verso la propria terra?

"È una questione culturale e di sensibilità. Più si va al nord, più questo aspetto viene curato".

Ha denunciato il passaggio delle mega navi nel cuore di Venezia. Cosa prova un veneziano, anche se lei è nato in Liguria, a vedere deturpato il paesaggio in questo modo?

"Un senso di malessere infinito. Venezia è devastata dai turisti".