Mercoledì 24 Aprile 2024

La Meloni in tour negli Usa "Stiamo con l’Occidente"

La presidente di Fd’I alla convention repubblicana critica l’attacco di Putin. E sprona i populisti: "Ci vorrebbero irrilevanti, ma noi siamo vicini alle gente"

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di Ettore Maria Colombo

Uno, "mostrare debolezza non è un’opzione". Due, "gli ucraini ci fanno vedere come si lotta per la libertà, no al modello cinese". Tre, "la nostra parte è il mondo occidentale". Per uno di quegli accidenti della storia che capitano rare volte, nelle vicende dei partiti e leader politici, la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, si trova negli Usa mentre è in pieno svolgimento l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ospite del Conservative political action conference (Cpac), la più grande manifestazione nazionale dei repubblicani statunitensi. Ora, per un partito che è l’erede dell’Msi – anticomunista, certo, ma anche anticapitalistico – è un bel salto diventare l’alfiere, in Italia, degli Usa come della Nato. Per di più sopravanzando – in quanto a ostilità aperta all’asse mondiale Russia-Cina – e di gran lunga sia la Lega filo-putiniana che la Forza Italia anticinese, ma ’amica’ di Putin.

E così ecco che la Meloni diventa la star italiana di una conferenza, il Cpac, inaugurata da Ronald Reagan nel 1974, cui partecipano attivisti e politici da tutti gli Usa, compreso l’ex presidente Donald Trump, ma anche leader internazionali come lei, che ci tiene a ribadire di essere non solo la leader di Fratelli d’Italia ("Siamo il primo partito, nel nostro Paese…", anche se solo nei sondaggi), ma anche presidente del Partito dei Conservatori Europei (Ecr Party). Il discorso della Meloni, che si gode anche un giro di saluti tra gli stand, parte dall’"inaccettabile attacco" di Mosca e si sposa con una scelta di campo mai così netta per la destra ("La nostra parte è il mondo occidentale").

In una cornice tutta a stelle e strisce, la presidente di Fd’I arriva vestita di bianco: "Siamo dalla parte del diritto internazionale, della libertà, e di una nazione orgogliosa che sta insegnando al mondo cosa significhi combattere per la libertà", scandisce. Nel 2019, il fulcro del suo intervento al Cpac di Washington era stata la crisi dell’Ue, stavolta la guerra fagocita tutto.

Meloni non risparmia critiche a Biden: "Nessuno mi toglie dalla testa che senza lo scandaloso ritiro delle truppe da Kabul ieri, non avremmo mai visto il tragico assedio di Kiev oggi. E nessuno si appresterebbe a vedere Taiwan occupata domani". Seduta al tavolo degli ospiti internazionali, nel panel The Whole World is Watching, Meloni continua a tessere, insieme ad altri, la rete "di tutti i partiti conservatori" che "si battono per la difesa dei confini, dell’economia reale, della democrazia e della libertà". "Voi in America e noi in Europa, siamo orgogliosi delle nostre identità e delle nostre specificità", afferma.

Incassa applausi dalla platea e diverse persone si alzano in piedi quando, puntando il dito contro "i cosiddetti progressisti", scandisce: "Ci vorrebbero irrilevanti e addestrati come scimmie. Ma sapete che c’è? Non siamo scimmie! Non faremo parte del loro zoo, non faremo parte del loro circolo ristretto perché noi preferiamo le piazze" per stare "vicini alle persone". Una rivendicazione in perfetto stile trumpista e anti-radical chic tipico della Meloni.