Martedì 23 Aprile 2024

"La medicina deve curare i malati La morte si accetta, non si provoca"

L’arcivescovo Spina: se avessi incontrato Mario gli sarei stato accanto in silenzio

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di Claudio Desideri

"La morte va accettata, ma non provocata". Parole queste di monsignor Angelo Spina, Arcivescovo metropolita di Ancona Osimo, la provincia in cui Mario, 44enne di Senigallia da anni ammalato, ha ottenuto primo in Italia il via libera per il suicidio medicalmente assistito.

Cosa ne pensa della fine di Mario?

"La chiesa cattolica ha rispetto di ogni persona e si ferma di fronte al mistero della sofferenza e della malattia. È per lo stare accanto, prendersi cura con tutti i modi possibili, cioè curare. ll primo conforto è stare con chi è solo, perché queste situazioni sono terribili nella vita personale e famigliare. La scienza e la medicina ci danno tanto per curare, le cosiddette cure palliative. La vita è un dono e non va toccata mai".

Come può una persona vivere con tanta sofferenza?

"Stare vicino a chi è solo è la via più importante. Durante il Covid abbiamo visto come negli ospedali i medici e gli infermieri si sono impegnati per salvare tante vite umane quando erano in extremis. Perché la medicina e la scienza devono essere al servizio della persona umana e devono promuovere tutto il bene della salute e della vita e non togliere. In fondo quello che afferma il giuramento di Ippocrate. Curare con la medicina, non dare la morte con la medicina".

Se avesse incontrato Mario cosa gli avrebbe detto?

"Più che dire parole gli sarei stato accanto come sto accanto a tante persone che mi insegnano come vivere nella sofferenza. E dire che ogni giorno di vita è un dono in più, perché la vita è sempre un più rispetto al meno della morte".