Mercoledì 24 Aprile 2024

La mascherina ha i giorni contati Ma è giallo sul taglio dei vaccini

Il 28 giugno potrebbe saltare l’obbligo d’indossare la protezione all’aperto. A luglio attese meno fiale

Migration

di Alessandro Farruggia

Mascherine, inizia il conto alla rovescia. E forse l’addio scatterà a fine mese. La questione del superamento dell’obbligo di indossarle all’aperto finirà la prossima settimana al Comitato tecnico scientifico che dovrebbe dare un parere, si presume favorevole. La riunione è in agenda per domani e non è detto che sia quella nella quale si prenderà la decisione, attesa comunque entro metà settimana. Come preannunciato l’altroieri dal premier Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza ha inviato ieri la richiesta di parere formale al Cts "relativamente alle modalità e ai termini della permanenza dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie all’aperto".

Secondo indiscrezioni se il parere sarà positivo con prescrizioni (l’obbligo rimarrebbe laddove, anche in spazi aperti, non è possibile mantenere il distanziamento di un metro) la data oscillerebbe tra il 28 giugno e il 6 luglio, con il ministero della Salute che, prudenzialmente, spingerebbe per la seconda. Ma il premier – viste anche le decisioni di altri Paesi europei (Spagna via dal 26, Francia obbligo già eliminato come in Germania, Belgio, Grecia, Polonia) – vorrebbe dare un segnale positivo, anche per attirare turismo straniero, anticipando una scelta che fino all’altroieri era indicativamente attesa per il 15 luglio. È probabile che sulla decisione influiranno però anche i dati di diffusione della cosiddetta variante Delta, che pare interessare di più le vie aeree superiori e per questo, ha ricordato il direttore generale della Salute, Gianni Rezza, sarebbe più contagiosa (e in questo caso, rimuovere le mascherine proprio mentre è in arrivo questa variante non sarebbe una buona idea).

A favore di un superamento dell’obbligo, per il quale da giorni insistono Lega e Forza Italia, si è schierato ieri il M5s. "C’e’ un altro importante tema che può segnare un momento di svolta: superare l’obbligo della mascherina all’aperto. Non possiamo perdere altro tempo – ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio – perché è un segnale anche per i turisti che vogliono venire in Italia, dobbiamo essere totalmente attrattivi".

Mascherine a parte è essenziale proseguire a ritmi forzati la campagna vaccinale. E qui si registra un problema in Toscana dove il governatore Eugenio Giani ha denunciato che a luglio ci sarà un sostanziale dimezzamento delle dosi in arrivo. "Il taglio – ha detto – non è un rischio, è quello che ci è stato comunicato attraverso le comunicazioni di quanti saranno i vaccini Pfizer o Moderna che arriveranno. Secondo me sarebbe davvero qualcosa di non giusto dopo tutto l’impegno e l’organizzazione che abbiamo messo, quindi confido che il generale Figliuolo sappia rimediare". Sinora a giugno la Toscana ha avuto 550mila dosi alle quali se ne aggiuneranno altre 435mila con gli invii del 23 e 30 giugno: in totale sono la bellezza di 985mila. A luglio sono invece annunciati gli invii dell’8, il 15, il 22 e il 29, ognuno da 119mila dosi, per un totale 476mila: la metà rispetto a giugno. Ma il taglio, replicano dalla struttura commissariale, è solo apparentemente così rilevante, perché a giugno, specie a favore della Toscana, sono state fatte molte anticipazioni. Il taglio c’è ma sarebbe "lieve" anche nelle altre Regioni.

"Le consegne di dosi di Pfizer del mese di luglio, preventivate alle Regioni – osserva il generale Francesco Paolo Figliuolo –, sebbene siano leggermente inferiori all’auspicato, sono sostanzialmente in linea con le previsioni. Non vanno confrontate con quelle di giugno che comprendono anticipi di forniture". "In ogni caso – prosegue – la quantità complessiva dei vaccini disponibili consentirà di raggiungere comunque entro settembre l’obiettivo di immunizzare nei tempi previsti l’80% della platea dei vaccinabili".