La mascherina è diventata la nostra coperta di Linus

Marco

Buticchi

Charlie Brown chiede a Lucy in una striscia di Charles M.Schultz: "Perché Linus tiene sempre stretta quella coperta?" E Lucy risponde: "Credo gli sappia infondere un senso di sicurezza". Gli ultimi due anni e mezzo hanno ferito le nostre più radicate certezze: il mondo moderno messo in ginocchio da uno stupido virus. Poi, quando la pandemia sembrava finita o quasi, ecco arrivare una guerra anacronistica, impensabile, atroce.

Oggi, anche il più spavaldo dei super eroi chiederebbe a Linus di condividere un lembo di coperta. Ma un elemento obbligatorio, nel trasformarsi in facoltativo, è diventato il lasciapassare per riappropriarci della sicurezza perduta.

Da un sondaggio SWG, infatti, ben l’80% degli italiani preferisce non abbandonare la salvifica mascherina. Pararsi naso e bocca con strati di materiali filtranti pare consenta di affrontare con maggior tranquillità il ritorno alla normalità.

Forse proprio quello è lo scopo attuale nell’uso della bautta dei tempi moderni: consentire un passaggio meno traumatico dal mondo chiuso per emergenza, al pianeta che non vede l’ora di riaprirsi alle più indispensabili attività. Tenerla sul volto serve anche da monito per ricordarci che ancora non è finita: l’uscita dall’incubo dipende esclusivamente dalla nostra prudenza.

Certo che, tra quelle che abbiamo passato e quelle che ancora stiamo passando in così breve tempo, ne avremo da raccontare per generazioni. Dai camion militari incolonnati nei viali di Bergamo, ai palazzi sventrati dalle bombe nel cuore d’Europa, continuiamo a vivere in una dimensione surreale non facile da far comprendere alla nostra ragione di uomini moderni.

Per fortuna che un semplice presidio medico applicato alle alte vie respiratorie, riesce in parte a mitigare le nostre sacrosante paure. Quasi quanto un’inseparabile coperta da tenere stretta quando ogni certezza incomincia a vacillare…