Giovedì 25 Aprile 2024

La mascherina alla Maturità? Liceali, ribellatevi

Viviana

Ponchia

Trentacinque gradi umidi, lo choc terminale su una lingua morta e, mi raccomando, la mascherina. Bene appiccicata al naso con il sudore che cola sul foglio protocollo. E sopra due occhi spiritati, una domanda: sicuri che l’esame di maturità dobbiamo farlo noi? Leggo sul decreto legge del 24 marzo, quello delle riaperture: in classe vanno portate fino alla fine dell’anno scolastico, il 31 agosto, anche se c’è la possibilità di abbassarle durante il colloquio. Tante grazie, sarà prudente? Respira e sorridi, dissi a mio figlio quel giorno. Avevamo raggiunto un compromesso sul dress code, ignari del fatto che qualche anno dopo certi accessori non sarebbe più stati negoziabili. Bello comodo per lo scritto, con la maglietta feticcio e la tuta moscia, pronto per un rap o una rapina più che per un esame. Agli orali però la giacca blu della festa del diciottesimo, miracolo della sartoria o della suggestione, l’asset vincente lo rendeva idoneo a chiedere addirittura un mutuo. Forse respirava comunque a fatica però il sorriso era bellissimo.

Con la mascherina si sarebbe accasciato sul banco alla seconda ora di versione, lo conosco. Avrebbe respirato e rimandato in circolo la sua stessa paura. L’evento era già abbastanza teatrale a viso scoperto. Lo sappiamo adesso cosa succede a chiuderci dentro a un filtro: ci manca l’aria. E se fa caldo, se il resto d’Europa ha detto basta, se il provvedimento va a infierire su un momento della vita che di polmoni ne richiede quattro, ci va anche il sangue alla testa. Ma perché lo fanno? Perché continuare a infierire sulla scuola, la prima a chiudere con il Covid e l’ultima a liberarsi dall’ossessione? Ho perso il conto di dove si può senza e dove no e nemmeno voglio più pensarci. Mi risulta che in Francia nemmeno sul bus. Tutti gli altri hanno detto basta anche sugli aerei. Invito tutti i maturandi a ribellarsi, a inscenare flash mob di asfissia collettiva. Continueranno a sognare questo momento per il resto della loro vita, ma almeno che sia per le ragioni giuste.