Sabato 20 Aprile 2024

La mappa dell’odio social. Terni, Roma e Milano in vetta. Donne e disabili nel mirino

Il settimo rapporto Vox: l’omofobia diffusa soprattutto al Nord, la misoginia al centro e al Sud

Odio social: il rapporto Vox

Odio social: il rapporto Vox

Odio in rete. La rabbia dei leoni da tastiera che attaccano dal pc o dallo smartphone si riversa soprattutto sui social, che diventano amplificatori dell’intolleranza. Ma quali sono le città con più odiatori? La classifica è nella Mappa dell’intolleranza pubblicata da Vox - Osservatorio italiano sui diritti, settima edizione, basata sulle analisi degli studiosi di più atenei e presentata ieri all’Università degli Studi di Milano.

Oltre al podio delle categorie discriminate, c’è infatti un focus sui luoghi: medaglia d’oro per Terni, con 21.186 tweet negativi rilevati. Segue Roma con 18.751. Terzo posto per Milano con 16.546. Poi Torino (5.243), Napoli (5.082) e Firenze (2.524).

Si registra anche una differenza a livello territoriale sui bersagli presi di mira: l’antisemitismo va per la maggiore nel Nord Italia e nel Lazio, l’islamofobia in Piemonte, nello spicchio a Nord Est della penisola e nell’Emilia. La misoginia invece vince nel Centro Nord, nel Centro e nel Centro Sud, in particolare a Bologna, Firenze, Terni, Roma e Caserta. L’omofobia è soprattutto al Nord, soprattutto nel Veronese, in Calabria e nel territorio di Bari. Xenofobia a Nord Est e nell’alto Lazio, con forte concentrazione a Roma, e in Puglia. Disabilità presa di mira soprattutto a Nord Ovest, nell’Emilia e in Toscana, a Bologna e a Firenze.

E le categorie? La più colpita resta sempre la stessa, nel 2021 e nel 2022: quella delle donne, al primo posto con il 43,21% di tweet negativi (nel 2021, 43,70). Seguono le persone con disabilità (33,95%) e quelle omosessuali (8,78%), poi migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%).

L’anno precedente, invece, la medaglia d’argento era per gli islamici (19,57%), persone con disabilità (16,43%), ebrei (7,60%), omosessuali (7,09%) e migranti (5,61%). Le percentuali dei tweet negativi emergono dal totale di tutti i messaggi presi in esame sul social network: da gennaio a ottobre 2022, sono stati estratti 629.151 tweet dei quali 583.067 negativi (il 93% circa contro il 7% di positivi), nel 2021 invece sono stati analizzati 797.326 tweet dei quali 550.277 negativi (il 69% circa contro il 31% di positivi).

"Le donne – evidenzia Silvia Brena, co-fondatrice di Vox Diritti –, vengono prese di mira anche in quanto lavoratrici, e succedeva anche durante la pandemia, quando si lavorava in smartworking. Da rilevare anche che le donne siano oggetto di attacchi, purtroppo, anche in concomitanza con la curva dei femminicidi. E questo non cambia negli anni". Picchi d’odio rilevati in occasione dell’elezione di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio e della sua scelta di usare il maschile per il suo titolo. Gli attacchi verso le persone con disabilità, è emerso, coinvolgono sempre più giovani sconfinando anche in atti di bullismo.

In più si rileva una "distorsione lessicale", una tendenza sempre più frequente "a utilizzare – spiega Giuseppe Arconzo, professore di Diritto costituzionale – una semantica della disabilità per offendere qualcuno. Alla base c’è una difficoltà ad accettare la diversità". Da combattere, poi, "la tendenza a identificare una persona con la sua menomazione o il suo disturbo". Gli odiatori si sono scatenati soprattutto dopo un’omelia di papa Francesco, che invitava a considerare la disabilità una sfida per costruire insieme una società più inclusiva, e in seguito alla notizia di un taxista veronese rifiutatosi di prendere a bordo un disabile.

I tweet contro le persone omosessuali si moltiplicano in occasione di alcuni eventi come il Gay Pride e c’è stato un picco mentre infuriavano le polemiche sul Ddl Zan. Ma anche in occasione del monologo di Checco Zalone al festival di Sanremo, che ha raccontato una favola Lgbtq, e dopo aggressioni omofobe. Migranti nel mirino in occasione degli sbarchi e dei discorsi di papa Francesco improntati all’accoglienza e all’inclusione. Odio contro gli ebrei per la Giornata della Memoria (ma non solo). Contro i musulmani, invece, dopo la sentenza per l’attentato a Parigi al Bataclan e l’uccisione in Siria da parte degli americani di due dirigenti dell’Isis. E se "diminuisce, è vero, il numero totale di tweet", si legge nel rapporto, "aumenta in modo esponenziale quello dei messaggi negativi. Segno di un fenomeno ormai in via di definitiva radicalizzazione".

Tra i lavoratori, sotto attacco finiscono spesso i giornalisti. A tal proposito, insieme a Giulia - Giornaliste unite libere autonome sono stati monitorati 45 profili di giornalisti (22 uomini e 23 donne), che raccolgono il 79,03% di menzioni negative (57% nel precedente monitoraggio, del 2020) , e 12 testate. C’è una cura? Che fare? "Uno, gli odiatori vanno denunciati. Due: dobbiamo costruire storie belle. Fare una contro-narrazione. Tre, contro le parole dell’odio, affidiamoci al potere curativo delle parole che abbracciano, che leniscono, che uniscono".