Giovedì 25 Aprile 2024

La mappa del rischio Capitreno aggrediti e pericolo baby gang Le linee nel mirino

Sui regionali i rischi maggiori. Il problema degli sbandati attorno agli scali. A Reggio Emilia un dipendente Fs pestato quattro volte in tre mesi

di Giovanni Rossi

Accoltellamenti, aggressioni, stupri, furti, borseggi, tossicodipendenti a caccia di spicci, atti di bullismo, botte. L’Italia ferroviaria è lo spaccato di un Paese diviso. E diviso due volte. La prima giungla da attraversare, quella per arrivare al treno, è più insidiosa nelle grandi città. Vedi la storia dei due accoltellati negli ultimi dieci mesi alla Stazione Termini della Capitale: l’israeliana Abigail Dresner, pugnalata (mentre stava facendo il biglietto) da uno squilibrato polacco; o ancora il milanese Arturo Battisti, tuttora in pericolo di vita per aver rifiutato 20 euro a un terzetto di magrebini che lo ha gravemente ferito. E il fatto che anche questa volta gli autori del tentato omicidio siano stati velocemente arrestati, nulla toglie all’evidente rischio che i passeggeri corrono prima di arrivare ai binari e salire sui convogli, molto spesso a prenotazione obbligatoria, che offrono di per sé un miglior livello di tutela rispetto ai treni ordinari.

Arrivare a destinazione, una volta a bordo, può invece diventare un inferno sui treni regionali e locali senza posto assegnato ma con pericolo in agguato. L’ultimo a farne le spese, ieri pomeriggio, il capotreno di una tratta periferica bolognese, preso a pugni a Ronca di Casalecchio da tre bulli magrebini senza biglietto (due ragazzi e una ragazza) fermati poco dopo dalla Polfer. A un suo collega di Reggio Emilia è andata peggio: quattro aggressioni in tre mesi con tanto di passaggio al pronto soccorso. Del resto sui treni dell’Emilia Romagna, nell’anno 2022, la Polfer ha sequestrato 44 armi, 640 grammi di cannabinoidi, 50 di cocaina, 900 di eroina e 30 di hashish. E arrestato 71 persone. Sulla Bologna-Vignola e su altre linee locali imperversano le baby gang. E per i pendolari che tornano dal lavoro sta diventando un incubo condividere i vagoni con decine di ragazzini che ballano sulle note di "Chi non salta italiano è", o improvvisano scorrerie a suon di musica per infastidire tutti.

Anche la Lombardia non scherza. Ai due minorenni di Monza arrestati per il tentato omicidio di un coetaneo spinto sotto un treno a fine gennaio, si aggiunge una corposa sfilza di denunce: negli ultimi 24 mesi si va dalle aggressioni a sfondo sessuale sulla linea a Milano-Varese, ai furti sulla Como-Lecco, alle botte al capotreno sulla Pavia-Codogno fino a risalire alla novità assoluta del 14 dicembre 2020 a Locate, sulla linea Saronno-Laveno: l’assalto di un libico a un nigeriano a colpi di machete.

In Toscana, scippi e aggressioni sono ordinaria amministrazione nella zona di Torre del Lago (Viareggio) sia verso Pisa sia verso la Spezia. La stazione del Serraglio a Prato è frequentata da senzatetto e ubriachi, bande di rapinatori e spacciatori si fronteggiano spesso alla stazione di Pisa. A Firenze la situazione, che presenta le stesse problematiche, è sotto costante monitoraggio dell’Arma che ha da poco aperto una nuova caserma a Santa Maria Novella. E nel resto d’Italia, fermo restando che uno sgradito fuori programma può andare in scena ovunque, le tratte locali storicamente a rischio sono tante – tra Roma e il litorale (e viceversa), tra Battipaglia e Napoli, tra Napoli e Formia, tra Savona e Genova, tra Cuneo e Torino, tra Taranto e Foggia, solo per citarne alcune – con particolare attenzione ai treni che viaggiano di notte, la mattina molto presto o la sera nelle ore di punta.