Venerdì 19 Aprile 2024

La madre cerca nel fango "Vi aiuto a trovare Mattia"

Il figlio è disperso. Lei è andata nel punto in cui il fiume lo ha portato via. La Procura di Ancona punta i fari sulla Protezione civile regionale

Migration

L’alluvione delle Marche restituisce ancora storie tragiche di chi ha perso familiari, amici. Agli undici morti accertati si aggiungono ancora i due dispersi. Tra loro Mattia di otto anni. E ieri, la mamma Silvia Mereu è voluta tornare nel punto esatto in cui il suo piccolo le è stato strappato dalle braccia dalla furia del fiume esondato. "L’auto – racconta – è stata sollevata dalla potenza dell’acqua. Non avevo altra scelta, dovevamo scendere e nuotare per metterci in salvo". Poi la presa tra le braccia che è sfuggita, rotta dalla furia devastante del Nevola. Ieri la donna ha voluto disperatamente ripercorrere quei momenti e cercare insieme ai soccorritori, che da quelle ore non si sono mai fermati, il suo bambino.

Nel frattempo procedono le inchieste: quella della procura di Ancona, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa, e quella interna alla Regione voluta dal governatore Francesco Acquaroli. "Ho scritto al segretario generale della Regione – spiega lo stesso presidente – per chiedere di istituire una commissione tecnica per svolgere un’indagine finalizzata all’accertamento della regolarità e dell’appropriatezza delle procedure adottate e dei comportamenti assunti da parte delle competenti strutture organizzative della Protezione civile regionale, in relazione all’evento alluvionale che ha colpito il nostro territorio, evidenziando eventuali disfunzioni e responsabilità".

Acquaroli vuole vederci chiaro, perché lui stesso il 15 settembre non è stato avvisato di quello che stava accadendo: "Nessuno mi ha chiamato, solo verso le 21 ho ricevuto una chiamata dall’assessore Baldelli che, di ritorno da Perugia, mi avvisava che nel Pesarese e nella zona di Sassoferrato la situazione era difficile. Poi intorno alle 22 sono stato informato che lo scenario era critico. A quel punto sono andato subito in Regione". Parole che testimoniano ancora una volta di come qualcosa nella Protezione civile regionale non abbia funzionato. Ed è proprio su questo aspetto che la procura sta puntando la sua attenzione. Con l’ultima scoperta della "scatola nera", nella sede della protezione civile regionale che registra tutte le telefonate, rotta da aprile. Solo ieri si è scoperto che un server era bloccato ed è stato subito riavviato.

Alfredo Quarta