Mercoledì 24 Aprile 2024

La lunga scia di scosse che spaventa Firenze

Dal 3 maggio il terremoto colpisce un pezzo di Toscana: nessun danno ma c’è chi dorme fuori casa. Lo studioso: è la faglia del sisma del ’59

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di Emanuele Baldi

Quando alle 23 e 12 di giovedì il ventre molle di Firenze ha ballato al ritmo di un’ inquietante magnitudo 3.7, in città e nelle campagne che abbracciano il capoluogo toscano l’asticella del nervosismo ha raggiunto il picco massimo dall’inizio del mese. Dopo il brivido sulla schiena figlio di divani traballanti e vetri in vibrazione è iniziata la psicosi collettiva: "Ma quando finisce questa storia?".

D’altronde le scosse ’calanti’ dopo la prima ’botta’ del 3 maggio scorso avevano indotto i più a dire sottovoce e incrociando le dita che il peggio era passato. E invece Firenze ha ancora il fiato corto e i nervi tesi. La terra continua a tremare, l’epicentro e ai margini settentrionali el Chianti, nella piccola località del Ferrone a metà strada tra Impruneta e San Casciano, un pugno di chilometri in linea d’aria dalla città.

Nei due paesi più vicini all’epicentro la gente è scesa in strada in pigiama con il cuore che batteva a mille.

Alla fine nessun danno di rilievo, salvo qualche piccola crepa nelle abitazioni più datate, e soprattutto, cosa più importante, nessun cerotto tirato fuori dall’armadietto dei medicinali. In tanti però, da qualche giorno, preferiscono coricarsi in macchina.

I ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che fino a ieri avevano registrato oltre duecento movimenti della terra negli ultimi dieci giorni, monitorano costantemente la situazione con tre sismografi in più che attenzionano il Chianti. Gilberto Saccorotti, uno dei ricercatori dell’Ingv della sezione di Pisa parla di "una faglia sicuramente d’interesse".

"Non abbiamo ancora una immagine chiara sulla sua estensione – piega Saccorotti – ma potrebbe non trattarsi della stessa faglia che ha originato il terremoto del 1895 (quell’anno il 18 maggio alle ore 20:55 una scossa di magnitudo 5.4 della scala Richter provocò tre morti nelle campagne e alcuni piccoli crolli in città ndr)". Per lo studioso "potrebbe piuttosto trattarsi della faglia che ha originato un altro movimento tellurico, successo negli anni Cinquanta e praticamente dimenticato". Il 25 marzo del 1959, una violenta scossa terrorizzò i fiorentini e l’allora direttore dell’Osservatorio Ximeniano del capoluogo, padre Coppedé, dichiarò a La Nazione dichiarò che l’epicentro era "a una ventina di chilometri da Firenze in direzione sud ovest verso San Casciano". Un terremoto che appunto è stato quasi rimosso dalla memoria collettiva ma che è tornato ora agli ’onori delle cronache’ proprio per l’improvvisa ripartenza dell’attività sismica in quest’area specifica.

Qualche numero per rendere l’idea del panico che si è diffuso a macchia d’olio su tutto il territorio metropolitano fiorentino giovedì sera. Al 112 sono arrivate 220 chiamate nei 10 minuti immediatamente successivi alla scossa e ben 350 entro la mezzanotte.