La lunga scia della Blue Whale: morti e inchieste

A Milano il primo processo alla carnefice di una 12enne L’ha spinta a infliggersi tagli e a inviare fotografie

Una scultura di sabbia invita a non partecipare al gioco della ’Balena Blu’

Una scultura di sabbia invita a non partecipare al gioco della ’Balena Blu’

Due anni fa diversi giovani sono stati spinti da alcuni sconosciuti a compiere diverse sfide sui social network. Le sfide, sia nella Momo challenge che nella Blue Whale challenge, passavano da piccole richieste a incarichi pericolosi come l’automutilazione o estremi come il suicidio. Per quanto riguarda la sfida di Momo vi furono una decina di decessi di giovani, incluso un ragazzo di 13 anni nel Lussemburgo. Invece, la Blue Whale Challenge ha fatto decisamente più danni, si è parlato di circa 130 morti solo in Russia.

"Se sei pronta a diventare una balena inciditi ‘yes’ sulla gamba, se non lo sei tagliati molte volte per autopunirti". È stato uno dei messaggi inviati via social nel 2017 a una 12enne di Palermo da una 23enne di Milano che si sarebbe spacciata come "curatore" della "Blue Whale Challenge".

La carnefice è stata rinviata a giudizio con l’accusa di stalking e violenza privata aggravata per aver costretto, con un complice ora di 17 anni, un’alunna di scuola media a infliggersi tagli sul corpo e a inviarle le foto, come step iniziale delle 50 prove di coraggio. È stato il primo processo in Italia per Blue Whale.