Sabato 20 Aprile 2024

La lotta all’inflazione Monito di Panetta alla Bce "Prudenza con caro tassi" La sfida tra falchi e colombe

L’economista Bordignon: le banche centrali non avrebbero dovuto farsi superare dagli eventi "Bisogna stringere ma non esagerare, tenendosi in equilibrio su un crinale molto stretto"

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di Elena Comelli

Alzare o non alzare i tassi? La Bce sembra arrivata a un punto di svolta, ma le tensioni interne aumentano. Chiediamo a Massimo Bordignon, docente alla Cattolica di Milano e vice-presidente dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani: che cosa sta succedendo all’interno della Bce? "Bisogna fare un passo indietro. All’inizio le varie banche centrali, tra cui la Fed e la Bce, avevano scommesso su un’uscita morbida dalla politica monetaria molto espansiva che durava ormai da un decennio, non potendo prevedere l’invasione russa dell’Ucraina e la fiammata dell’inflazione che ne è conseguita".

Le prime avvisaglie dell’inflazione c’erano già da fine 2021...

"Certo, ma quella era stata interpretata come un’inflazione temporanea, dovuta alla ripresa industriale post-pandemica, in un momento in cui le catene di approvvigionamento mondiali non si erano ancora riattivate e quindi la domanda superava l’offerta".

Proprio in quel momento Putin ha invaso l’Ucraina.

"Quello è stato l’evento che ha cambiato le carte in tavola. I prezzi energetici si sono impennati, prima quelli dell’energia e a seguire anche gli altri. In Europa ha prevalso un’inflazione da offerta, mentre negli Usa c’era già un’inflazione da domanda, perché la politica di stimolo di Biden era stata più forte che in Europa. A quel punto l’inflazione è scappata di mano".

Chissà che sarebbe successo se non ci fosse stata l’invasione dell’Ucraina...

"Forse davvero l’inflazione sarebbe stata temporanea e le cose si sarebbero aggiustate molto più rapidamente. Ma così non è stato e le banche centrali si sono trovate di colpo ‘behind the curve’, come diciamo noi economisti".

Cioè in ritardo rispetto all’inflazione?

"Esattamente. Le banche centrali non devono mai farsi superare dagli eventi. Invece si sono trovate spiazzate e hanno dovuto tirare i remi in barca rapidamente, prima la Fed che ormai ha già alzato il tasso di riferimento otto volte, fino al 4,75%, e poi la Bce che invece è appena al quinto rialzo, con il tasso di riferimento al 3%".

E ora che cosa succederà?

"In marzo la Bce alzerà i tassi di un altro mezzo punto, come ha già annunciato. Quello che succederà dopo è difficile prevederlo, ma data l’evoluzione in corso, è probabile che si fermerà. Si era parlato di un altro mezzo punto di rialzo entro la fine dell’anno, ma non credo che ci si arriverà, perché i mercati si aspettano già un rientro verso la normalità, con una discesa al 2,5% nel 2024 e al 2% nel 2025".

Questa frenata dipende dal dibattito in seno al consiglio?

"I vari componenti del consiglio hanno sensibilità diverse, che dipendono anche in una certa misura dall’aria che tira nei Paesi da cui provengono, ma in ultima analisi le loro posizioni non sono così nette e contrastanti come vengono dipinte all’esterno. Fabio Panetta può essere visto come una colomba, insieme al capo economista Philip Lane, mentre la componente tedesca, Isabel Schnabel, viene dipinta come un falco".

Schnabel si è guadagnata una fama da strega cattiva, come nei fumetti...

"Invece si tratta di un’economista rigorosa, che spesso ha preso delle posizioni molto differenziate rispetto ai vertici della Bundesbank".

Lo stesso Panetta è comunque legato all’indipendenza della Bce.

"Certamente. Se fosse convinto che la strategia giusta per contrastare l’aumento dell’inflazione è spingere al massimo sul rialzo dei tassi d’interesse, lo direbbe, malgrado le pressioni del governo italiano in direzione contraria".

In realtà si tratta di una scelta obiettivamente difficile...

"Sì, non è semplice. L’inflazione è ancora alta in Europa ed è molto pericolosa, come abbiamo visto negli anni Settanta. D’altra parte ci sono segnali di riduzione, anche per merito della stretta monetaria della Bce. Bisogna stringere ancora, ma non esagerare. Si tratta di tenersi in equilibrio su un crinale molto stretto".