Mercoledì 24 Aprile 2024

La locomotiva tedesca non corre più

Roberto

Giardina

Perde colpi il motore tedesco, e si teme un blocco, la recessione per il prossimo anno. E il governo corre ai ripari. Due anni fa, in piena pandemia, lo Stato era entrato in Lufthansa con nove miliardi di euro, arrivando al 20% delle azioni. Ieri ha venduto l’ultima quota, 74,4 milioni di azioni, pari a 455 milioni di euro. Tra inflazione e guerra, meglio essere prudenti. La coalizione al governo è divisa, verdi, socialdemocratici e liberali hanno discusso 22 ore per decidere l’intervento anticrisi, un aiuto da 65 miliardi di euro, ma non basta, si pensa di portarlo a cento miliardi. Eppure hanno scontentato tutti, dalle famiglie alle grandi imprese, agli esercenti. Il ministro alle Finanze, il liberale Christian Lindner, non vuole andare in rosso. Il collega all’Economia, il verde Robert Habeck, ha dimenticato i piccoli. Che m’importa dei panettieri, ha perso la pazienza in tv, se chiudono perché non pagano le bollette, riapriranno domani. Poi ha fatto marcia indietro.

Si temono migliaia di fallimenti. Il Pil dovrebbe calare dello 0,3 il prossimo anno, il primo avviso di una recessione. Il Made in Germany dipende dall’esportazione, e dopo la Russia domani si potrebbe perdere la Cina. Per non andare in rosso si taglia, cominciando dalla cultura: una ventina di milioni in meno al Goethe Institut, che era già in difficoltà, e dovrà chiudere alcune sedi all’estero. Poco male? Le mutue denunciano un buco di 17 miliardi, e il governo taglia oltre 400 milioni ai medici di base. A Berlino, in duemila hanno scioperato per un giorno. I pensionati avranno un aiuto di 300 euro, ma per una visita attenderanno oltre tre mesi. I metallurgici sono in agitazione: chiedono l’8 per cento, quanto basta a pareggiare l’inflazione. L’inverno sarà freddo nelle case, e caldo nelle fabbriche?