Giovedì 18 Aprile 2024

La linea Mattarella: "Solidarietà e sanzioni"

Il presidente a Trieste: "Dobbiamo accogliere i profughi. Inimmaginabile questo retrocedere della storia". Nessun cenno all’invio di armi

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di Ettore Maria Colombo

Il monito del capo dello Stato è chiaro: bisogna fermare subito "questo ritorno alla prepotenza della guerra" e la riesplosione di "aggressivi egoismi nazionali". Molto in linea con l’ennesimo appello del Papa ("tacciano le armi"). È un cattolico democratico, Mattarella, si fa domande. L’invasione russa dell’Ucraina si può leggere in un solo modo: si tratta di "un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato".

Filosofi come Emmanuel Mounier, tra le due guerre, invitavano i cattolici alla ‘legittima difesa’ (con le armi) contro ogni ‘volontà di potenza’ (allora Hitler). La posizione del cattolico Mattarella è pro-attiva, e non solo perché è capo delle nostre Forze Armate. Non lo dice in chiaro, ma cosa pensi dell’aumento delle spese militari si sa. Portarlo al 2% del Pil è un’esigenza del Paese. Ma si sente l’eco del cristiano ferito nella sua speranza verso l’umanità. Mounier – ne hanno scritto Ceccanti e Galeazzi, in un recente libro sul pensiero di questo grande filosofo cattolico – parlava di "ottimismo tragico", fiducia tradita, e di cristiani pronti alla legittima difesa contro i tiranni, oltre che alle ragioni della diplomazia. Mattarella parla da Trieste, città mitteleuropea con un passato di risoluzione negoziale vincente dei problemi interetnici, dove ha inaugurato il 98esimo anno accademico dell’Università statale.

Il Presidente, incredulo, cerca di comprendere le ragioni di una guerra nel Continente europeo che "ci costringe ad assistere a vittime di ogni età, dai bambini agli anziani, a devastazioni di città e di campagne, a un nuovo impoverimento del mondo" e questo dopo anni di solidarietà internazionale per sconfiggere il Covid. Un passo indietro barbaro e inspiegabile. "Abbiamo dovuto assistere – prende atto con tristezza – alla moda di quanto non avveniva dall’Ottocento, un retrocedere di storia e civiltà". Che fare, dunque? La strada è chiara: fare leva su "misure economiche e finanziarie che indeboliscano chi pretende di imporre con la violenza delle armi le proprie scelte a un altro Paese". Una scelta che mira a colpire, in modo selettivo, l’aggressore (la Russia) e a difendere l’aggredito (l’Ucraina). Nessun cenno all’invio di armi. Ma se la guerra "non trovasse ostacoli, produrrebbe una deriva angosciosa di conflitti che potrebbero non trovare limiti". Dopo aver rimarcato che "un Paese così amico" come l’Ucraina "si trova "in una drammatica condizione", il capo dello Stato si augura che "le ragioni della convivenza umana pretendono che si ponga fine alle guerre" perché "la pace è sempre doverosa e possibile". Da qui anche la solidarietà e l’accoglienza ai profughi. Ma ora deve parlare la diplomazia, per il Colle: "Servono dialogo e trattative per chiudere la guerra al più presto".

L’invito vale per tutti e, dunque, anche per tutte le parti oggi in causa. "Stiamo cercando – fa sapere Mattarella – con insistenza di proporre dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente, per ritirare le forze di invasione, per trovare soluzioni politiche". Lo dice in una città di frontiera e con un pensiero particolare rivolto agli anziani, i più fragili, e non solo perché colpiti dal Covid.