Giovedì 25 Aprile 2024

La linea del governo Cospito resta al 41 bis "Non cediamo ai ricatti Ma la salute è la priorità"

"Nessuna forzatura. La decisione sul carcere duro sarà presa nelle sedi preposte" . Opposizioni all’attacco. Orlando (Pd): se morisse diventerebbe un martire, regalo agli anarchici

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di Alessandro Farruggia

Linea dura confermata al 100%. Fermezza ribadita. Il governo non cede alle minacce anarco-insurrezionaliste. La maggioranza ha da giorni deciso di politicizzare il caso e ha scelto il massimo rigore nella vicenda Cospito, sancendolo in un Consiglio dei ministri di rara unità. Le azioni violente degli anarchici non intimidiscono né condizionano il governo sulla modifica del regime di 41 bis per Alfredo Cospito, fa sapere Palazzo Chigi. La decisione di confermare o meno il 41 bis a Cospito sarà presa "nelle sedi preposte e nelle tempistiche previste".

Ergo, il 41 bis resta, ma un detenuto morto in carcere sarebbe difficile da digerire per il Governo. In particolare per Nordio, che si è sempre professato garantista. La strada seguita è quella di separare nettamente l’aspetto giudiziario da quello medico, cercando di tenere la barra diritta: il trasferimento in un reparto sanitario, si osserva si è reso necessario per tutelare la sua salute ma non è avvenuto sotto dettatura della piazza.

Giorgia Meloni ha ascoltato le relazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministero dell’Interno Matteo Piantedosi e di quello degli Esteri Antonio Tajani nelle quali si è fatto il quadro della vicenda. "Massima attenzione per gli attentati portati avanti dagli anarchici, ma sul caso Cospito lo Stato non si fa condizionare" ha detto il ministro dell’Interno, che in Consiglio dei ministri ha enumerato gli attacchi di questi giorni e illustrato il tipo di minaccia costituita dagli anarco-insurrezionalisti, annunciando che mercoledì prossimo il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, affronterà il tema delle recenti violenze anarchiche legate alla vicenda Cospito.

"La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità – ha sottolineato il Guardasigilli – e per questo il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, su espressa indicazione dei medici dell’Asl di Sassari, ha disposto il trasferimento di Cospito nella casa circondariale di Milano Opera. Il trasferimento é stato disposto a fronte di un quadro clinico in evoluzione, affinché il detenuto, che resta sottoposto al regime detentivo speciale di cui all’articolo 41bis, sia ospitato in una struttura detentiva più idonea a garantire tutti gli eventuali interventi sanitari necessari".

Ma il governo ha anche sottolineato che la decisione di trasferire Cospito non è frutto delle pressioni subite. "Escludo che le proteste degli anarchici che abbiamo visto in questi giorni, con forme spesso violente – ha osservato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto – possano avere un nesso con il trasferimento di Alfredo Cospito, che invece si è reso necessario per le sue condizioni di salute. È stata una scelta ponderata, parametrata sulla sua situazione fisica e sulla necessità di garantire la migliore assistenza sanitaria possibile. Il governo è fermo nel mantenere il rispetto delle regole, pronto però ad assumere la scelta migliore per quanto riguarda il rispetto della persona, anche nell’ambito del 41 bis. L’articolo 27 della Costituzione chiama a rispettare la dignità umana in qualsiasi condizione si trovi".

Le proteste semmai hanno remato contro chi – parlamentari d’opposizione, intellettuali, artisti – chiede a Cospito sia tolto il 41 bis. Dall’opposizione in tanti hanno chiesto anche ieri una revisione della pena, contestando la linea dura del governo. Per il senatore del Pd Carlo Cottarelli, togliere il 41 bis non è "cedere di fronte al ricatto, cosa sempre sbagliata, ma riconoscere un errore". Il suo compagno di partito ed ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nota che se Cospito morisse in carcere diventerebbe un martire, rafforzando gli anarchici. Secondo la senatrice Ilaria Cucchi (Ivs) Cospito "non è un boss mafioso e non ha ucciso nessuno. Costringerlo all’ergastolo ostativo del regime 41 bis è stata una palese forzatura ed un errore colossale". "Uno Stato si dimostra forte non quando si dimostra vendicativo ma quando si dimostra giusto" ha detto il leader del Terzo Polo Carlo Calenda. Il Garante dei detenuti, Mauro Palma, da parte sua, invita a domandarsi se per l’anarchico "serva il 41 bis o se per esempio non possa bastare una censura rispetto ad eventuali scritti o forme di comunicazione". Ma la risposta del Governo è negativa: a decidedere sul 41 bis sarà la magstratura competente, senza alcun gesto di clemenza dall’esecutivo.