Giovedì 18 Aprile 2024

La lezione di Mattarella "Ora e sempre Resistenza La Costituzione è nata così"

Il presidente della Repubblica all’Altare della Patria, poi a Boves, Cuneo e Borgo San Dalmazzo. Cita Calamandrei e invita i giovani a visitare le montagne dove hanno combattuto i partigiani.

La lezione di Mattarella  "Ora e sempre Resistenza  La Costituzione è nata così"

La lezione di Mattarella "Ora e sempre Resistenza La Costituzione è nata così"

di Giovanni Rossi

"La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale. Il frutto del 25 aprile è la Costituzione". E quella per la Liberazione "è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo". Il 25 aprile del Capo dello Stato è un’onda di energia. Prima l’Altare della Patria. Poi Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves. Dalla Capitale alle città simbolo della Resistenza, Sergio Mattarella celebra i valori costituzionali del Paese.

Appena atterrato in Piemonte, il Presidente spiega: "La corona deposta assieme alle altre autorità è in memoria di quanti hanno perso la vita per ridare indipendenza, unità nazionale, libertà, dignità, a un Paese dilaniato dalle guerre del fascismo, diviso e occupato dal regime sanguinario del nazismo, per ricostruire sulle macerie materiali e morali della dittatura una nuova comunità". Una lezione di storia e di memoria. "Ora e sempre Resistenza! – scandisce Mattarella – È qui a Cuneo, nella terra delle 34 medaglie d’oro al valor militare e dei 174 insigniti di medaglia d’argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza, che la Repubblica celebra la Festa della Liberazione". Parole nitide nei luoghi e tra le montagne "dei 12mila partigiani, dei 2mila caduti in combattimento e delle 2.600 vittime delle stragi nazifasciste". "Dopo l’8 settembre – sottolinea il Capo dello Stato al teatro Toselli – il tema fu quello della riconquista della Patria e della conferma dei valori della sua gente, dopo le ingannevoli parole d’ordine del fascismo: il mito del capo; un patriottismo contrapposto al patriottismo degli altri in spregio ai valori universali che animavano il Risorgimento dei moti europei; il mito della violenza e della guerra; il mito dell’Italia dominatrice nel Corno d’Africa e nei Balcani. Combattere non per difendere la propria gente, ma per aggredire. Non per la causa della libertà ma per togliere libertà ad altri". Ancora: "È nata così una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile" offrendo "agli italiani risultati prima inimmaginabili".

Applausi e ancora applausi. La plastica rappresentazione dello spirito repubblicano contro ogni ambiguità o revisionismo. E dopo più di un autografo sulla Costituzione, il Capo dello Stato riprende l’invito ai giovani fatto da Piero Calamandrei nel 1955: "Andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione".

Il Presidente dà subito l’esempio: Borgo San Dalmazzo, dove sorge il Memorial 4345 a fianco della stazione da cui furono deportati 357 ebrei, e Boves, teatro di tre eccidi nazisti tra il 10 settembre 1943 e il 3 gennaio 1944, sono le ultime tappe dell’intensa celebrazione. Per Mattarella, oggi "onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale". Elenca i medici, i lavoratori e gli imprenditori, chi paga le tasse, i volontari, i giovani che difendono l’ambiente, insomma "tutti coloro che adempiono con coscienza al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni".