La lezione di Draghi: "Andate a votare. L’Italia ce la farà, Ma non isoliamoci"

"Attenti, il Paese non è mai stato forte quando è andato da solo". L’avvertimento: no a illusioni autarchiche e pulsioni sovraniste

Migration

Rimini, 25 agosto 2022 - Premier a vita. Il popolo del Meeting di Rimini (ri)incorona Mario Draghi: trentatré applausi e due standing ovation in poco meno di un’ora. E il presidente del Consiglio, nel discorso più atteso, non rivendica solo il lavoro fatto a Palazzo Chigi in questo anno e mezzo, ma disegna una bozza di futuro, aprendosi con la consapevolezza di chi non ha (e forse non ha mai avuto) nulla da perdere: "Andate a votare, l’Italia ce la farà anche con il nuovo governo, siamo un grande Paese". Anche i banchieri hanno un cuore, anche i presidenti del consiglio si emozionano: succede dopo la prima acclamazione (tre minuti fitti d’emozione), quando Draghi prende la parola e – muovendo le labbra unite verso l’alto in una smorfia indecifrabile di imbarazzo, sorriso, stupore – dice "grazie, grazie per il calore di questo applauso. Grazie per la vostra accoglienza. Mi chiedo se vado oltre la commozione. Questo entusiasmo vostro mi colpisce molto in profondo".

Si rivolge ai "giovani" con "speranza" e ripete questa parola – "speranza" – più volte, definendo proprio i ragazzi ciellini "la speranza della politica". E loro (gli stessi che martedì hanno “premiato“ la leader di FdI Giorgia Meloni) chiedono anche il bis. Non è un caso che il Meeting del 2020, in piena pandemia, avesse di fatto proiettato Draghi verso Palazzo Chigi. E non è un caso che il cerchio si chiuda qui, sempre a Rimini, oggi, con un discorso che è testimonianza e un po’ testamento. Senza alcun rancore. Con il pensiero fisso all’Italia che cade, ma sa rialzarsi. E mentre in tanti in campagna elettorale agitano lo “spauracchio“ di un governo a trazione FdI, Mario Draghi sembra non temere gli equilibri che verranno a crearsi dopo il voto. "Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico – ragiona –, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili, come le abbiamo superate noi l’anno scorso. L’Italia ce la farà, anche questa volta".

Nessun rancore non significa però nessuna stoccata. Draghi dice più volte che l’Italia non è "mai forte se sola" e rigetta "illusioni autarchiche e pulsioni sovraniste". L’ex numero uno della Banca centrale europea non ha dubbi: "La credibilità interna deve andare di pari passo con la credibilità internazionale" e per questo motivo "protezionismo e isolazionismo non coincidono con l’interesse nazionale". Centrodestra avvisato.

Il Paese di Draghi è saldamente ancorato al Patto Atlantico, nel cuore dell’Europa. A chi arriverà il premier non vuole consegnare alcuna “ricetta“: "Molte volte mi è stato chiesto di descrivere la mia agenda. Ma io credo che saranno gli italiani, con il loro voto, a scegliere i loro rappresentanti per la prossima legislatura e quindi il programma del futuro esecutivo". Per Draghi sovranità vuol dire anche liberarsi dalla dipendenza energetica (e dalla Russia): "Dipendere, come è accaduto in passato, per quasi metà delle proprie forniture di gas da un Paese che non ha mai smesso di inseguire il suo passato imperiale è l’esatto contrario della sovranità. Non deve accadere mai più". Dalla gestione della campagna vaccinale al rientro a scuola, dal Pnrr al caro bollette, Draghi analizza lavoro fatto e risultati. Con una soddisfazione: "Quest’anno, aiuti e sostegni a famiglie e imprese non hanno avuto bisogno di alcuno scostamento di bilancio. Il debito pubblico in rapporto al prodotto interno lordo è sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021 e il governo prevede continui a calare anche quest’anno di altri 3,8 punti percentuali". Ergo? "Il rapporto debitoPil resta a livelli molto alti, ma se queste previsioni dovessero confermarsi, si tratterebbe del maggior calo in termini assoluti in un biennio a partire dal dopoguerra". Applausi.