Venerdì 19 Aprile 2024

La lettera in bottiglia lanciata dal Titanic. Francia commossa dalla storia di Mathilde

Anche la 13enne morì nel naufragio. Lo scritto è stato recuperato nel 2017 in Canada

Una scena di Titanic (Ansa)

Una scena di Titanic (Ansa)

Fra guerra e pandemia, la Francia si concede un attimo per fantasticare. E lo fa grazie a Mathilde, una ragazzina di 12 o 13 anni che si affacciò dal ponte di terza classe del Titanic, il giorno prima del più celebre naufragio della storia, per lanciare una bottiglia con una lettera.

Era davvero un messaggio di Mathilde affidato all’oceano o è un falso, uno scherzo? Studiosi di tutto il mondo si alternano sul reperto, le possibilità che sia autentico sono in crescita. Era il 2017 quando una famiglia canadese – due adulti e altrettanti bambini –, passeggiando su una spiaggia della baia di Fundy, nel sud-est, si imbatté nella bottiglia. La aprirono. Dentro, un foglio ingiallito dal tempo.

E una lettera firmata Mathilde Lefebvre: "Lancio questa bottiglia in mare – c’è scritto –, dobbiamo arrivare fra qualche giorno a New York. Se qualcuno la trova, avvertite la famiglia Lefebvre a Liévin". La data è 13 aprile 1912, il giorno prima del naufragio del Titanic. La bottiglia sembra davvero antica, la fabbricazione è compatibile con quella di inizio Novecento, così la qualità e l’analisi chimica del vetro, stando agli ultimi rilievi scientifici. Ma non è escluso che il documento sia una bufala, crudele. A destare sospetti la grafia che sembra piuttosto evoluta per una ragazzina di 12 anni. E così le "b" che non vengono scritte in corsivo come veniva insegnato all'epoca. Ma i grafologi su questo punto sono divisi, anche perché Mathilde potrebbe aver chiesto a un adulto di vergare per lei la missiva.

La storia

Partito per cercare fortuna Oltreoceano insieme ai suoi 5 figli maggiori, Franck Lefebvre riuscì a raggranellare abbastanza soldi per pagare il biglietto di terza classe al resto della sua famiglia: la moglie Marie e gli altri 4 figli, tra cui Mathilde. Il sogno di riunire la famiglia finì in tragedia, ma Franck non riuscì ad accettare la ferocia del destino. Continuò a indagare per avere notizie di moglie e figli, e durante questa ricerca disperata fu catturato dal servizio di immigrazione che decise di espellerlo e rispedirlo ad Haillicourt, da cui era partito. Morì nel 1948.