Vaccini: la lenta rivincita di AstraZeneca. Tutti lo vogliono: efficace e sicuro

Copertura su larga scala, il siero di Oxford è il più raccomandato. Favorevole il rapporto rischi-benefici

Una donna si fa vaccinare

Una donna si fa vaccinare

La rivincita di AstraZeneca. Col passare del tempo le notizie sull’efficacia e la maneggevolezza rendono giustizia a questo vaccino troppo a lungo vituperato. Dai dati della farmacovigilanza scopriamo che l’outsider si sta rivelando la risposta ideale alla pandemia in svariati contesti, ed è raccomandato dall’Oms per le immunizzazioni su larga scala. È andata diversamente per marchi altrettanto validi, meno noti in Italia (vedi Moderna), e soluzioni evolute (il monodose Janssen), relativamente risparmiati dal fuoco amico delle agenzie regolatorie (Ema, Aifa) e dei governi nell’Unione europea.

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Perché si torna ad Astrazeneca?

"L’analisi del rapporto rischi benefici resta assolutamente favorevole ai vaccini", ha dichiarato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive. "Dai dati che abbiamo – precisa l’infettivologo della Simit – possiamo escludere che esista un vaccino più pericoloso di altri. Ad esempio, rispetto alle dosi somministrate il numero di eventi avversi segnalati con Pfizer risulta maggiore rispetto ad Astrazeneca, mentre il numero di eventi avversi molto gravi (le trombosi, ndr) è solo minimamente più alto per il secondo".

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Ci sono vaccini più efficaci?

"Tutti e quattro i vaccini che abbiamo autorizzato in Europa sono sicuri, efficaci e di qualità", ha sottolineato recentemente Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Inutile pretendere di stilare classifiche: tutti indistintamente hanno scongiurato il 100% delle ospedalizzazioni e il 100% dei decessi per Covid-19. Esami superati. In qualche caso sporadico le persone vaccinate potrebbero albergare ugualmente il virus Sars-Cov2, ma in quel frangente, grazie agli anticorpi, l’infezione decorre in forma lieve o asintomatica sempre senza eccezioni.

Quali sono i tempi e i gradi di copertura?

Dipende dal tipo di vaccino somministrato. Una dose AstraZeneca o Pfizer riduce il rischio contagio di quasi i due terzi, secondo studi diramati dall’Ufficio nazionale di statistica del Regno Unito. Da parte sua Johnson & Johnson assicura che il Janssen monodose è efficace già 7 giorni dopo la vaccinazione (fino all’85% contro le forme gravi della malattia), e cita dati pubblicati sul New England Journal of Medicine. Consultate sempre il foglietto illustrativo.

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Le fasce di età contano ancora?

Durante la conferenza stampa dell’Ema sugli aggiornamenti del vaccino AstraZeneca, l’Agenzia del farmaco europea ha ribadito che i benefici portati dalla profilassi con il prodotto anglo-svedese superano in maniera preponderante i rischi, e lo raccomanda per tutte le fasce d’età.

Effetti collaterali, quali i più diffusi?

Tutti i vaccini anti Covid possono causare nausea, arrossamenti cutanei, reazioni neurovegetative (senso di stordimento), cefalea, dolore nella sede dell’iniezione. Una compressa di paracetamolo, secondo il giudizio del medico, può aiutare ad alleviare un momentaneo rialzo febbrile con brividi simil-influenzali legati alla sollecitazione del sistema immunitario.

Reithera che fine farà?

Ieri la Corte dei Conti ha fermato il decreto che attivava i fondi per la romana ReiThera, che non riceverà quindi gli 81 milioni promessi da Invitalia lo scorso gennaio per produrre un vaccino. Il ministero dello Sviluppo ha però spiegato che la produzione andrà avanti lo stesso.