La guerriglia a Napoli Alleanze e metodi militari: il risiko ultrà in Europa "I più terribili? Dall’Est"

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di Paolo Franci

Non c’è amicizia, né tifo. Semmai fratellanza. Perché è così che si chiamano tra loro: fratelli. Non si muovono in gruppo, semmai "in branco", termine che adorano. Accarezzano logiche militari ma anche mafiose, perché "il nemico di un mio amico, è mio nemico". E poi, stringono alleanze, corrono in aiuto dei ’fratelli dei fratelli’ spaccando ossa e brandendo armi bianche. Eccoli, gli hoolingans del nuovo millennio, disseminati per l’Europa nel nome di uno solo nemico uguale per tutti: "Le guardie". Le forze dell’ordine.

Nel Risiko degli ultras europei i più temibili sono senza dubbio quelli dell’Est. Serbi, croati, polacchi e naturalmente russi. In rete non è difficile imbattersi in quei video in cui a petto e mani nude, ultras anche della stessa fazione, si picchiano in mezzo a un bosco lontani da occhi indiscreti, giusto per tenersi in forma. Una sorta di Fight Club da curva, per intenderci. Ed è proprio in questi posti deserti, dal vecchio capannone, alla spiaggia o alle foreste, che si regolano i conti tra ’nemici’, lontano dalla miriade di telecamere sparse negli stadi e nelle città. Ricordate la storia dello striscione-feticcio rubato con un agguato a Roma dai ’Delije’ gli Ultras della Stella Rossa ai Fedayn, storico gruppo romanista? E poi bruciato nello stadio del club di Belgrado? Ebbene, quella è stata una sorta di ritorsione mafiosa, un avvertimento. Perché i romanisti, agli occhi dei serbi, avevano osato stringere la mano e allearsi con i ’Bad Blue Boys’, gli hooligans croati della Dinamo Zagabria, acerrimi nemici dei Delije. E se ci mettiamo che questi ultimi sono amici degli ultras napoletani, a loro volta nemici dei romanisti, il resto è storia recente. A proposito: i Bad Blue Boys qualcuno a Milano li ricorderà. Nel settembre dello scorso anno furono in 4mila a sfilare in città: teste rasate, magliette nere, stile militare e saluto romano. Soggetti talmente ’vivaci’ dall’essere reclutati in passato da Zeljko Raznatovic, la famigerata ’Tigre’ Arkan.

Belgrado è, di fatto, il centro delle alleanze. I Delije sono legatissimi ai ’Fratria’ dello Spartak Mosca e ai famigerati ’Gate 7’, gli hooligans greci dell’Olympiakos di Atene. Sfilano insieme, cantano gli stessi slogan e se c’è da menare è una festa dell’alleanza del bastone, come accaduto ai Delije in trasferta ad Atene, affiancati dai Gate 7 contro i ’nemici’ giurati del Panathinaikos, storicamente legati all’ultradestra. È grazie ai greci che i Delije sono diventati amici degli ultras napoletani, continuando a odiare i milanisti, rei di essere fratelli dei ’40+’ del Partizan, l’altra squadra di Belgrado. Il gruppo di scalmanati bulgari del Lokomotiv Plovdiv si chiama addirittura "Napoletani ultras", in onore di un’alleanza. Sul fatto che gli Ultras Frankfurt si rivolgano ai dirimpettai dell’Atalanta chiamandoli ’fratelli’ dà il senso alle cronache delle ultime ore sui fatti di Napoli.

Come sono diventati amici? È il 1999, i bergamaschi stanno andando a Treviso, ma prima c’è un incontro con i tedeschi, che fanno la sorpresa, si presentano in 4mila per accompagnare i ’bro’ in trasferta. Certo, internet e i social, con la politica sullo sfondo, fanno da mezzi ipersonici per comporre fratellanze, ma già nel 1975 i tifosi del Verona erano alleati con gli Headhunters inglesi del Chelsea, cattivissimi e poi sciolti. È, invece, ancor oggi ben cementato il feeling degli interisti con i francesi della ’Populaire Sud’ di Nizza. Gli juventini sono ’fratelli’ degli olandesi del Den Haag, i romanisti dei greci del Panathinaikos, i laziali sono alleati di ferro degli inglesi del West Ham e di altre sigle british. E ci sono anche i vertici per il disarmo, sapete? Nel 2004 a Poznan gli ultras di diversi club polacchi firmano un patto in cui si mettono al bando le armi negli scontri. Lo ’firmano’ tutti tranne i tifosi di Cracovia, tra cui quelli del Wisla. Ecco perché oggi la città è nota nel vocabolario ultras, come la ’città dei coltelli’, ricordando che gli hooligans del Wisla hanno aggredito a colpi di machete un ’nemico’ della ’The Jude Gang’, fazione di fede ebraica.