Giovedì 25 Aprile 2024

La guerra, gli schieramenti e i tanti focolai

Lorenzo

Bianchi

Beati i tempi della guerra fredda, Mosca da una parte, Washington e i suoi alleati dall’altra. Poi sono arrivati il crollo dell’Unione Sovietica e la globalizzazione dell’economia. L’invasione russa dell’Ucraina è piombata su un mondo strutturalmente più complesso. I fatti che accadono sul terreno ce lo ricordano ogni minuto. L’Iran sotto sanzioni dell’Occidente ha subìto un bombardamento di una fabbrica che, con ogni probabilità, forniva droni alla Russia. E ieri gli ayatollah hanno dovuto incassare un secondo rovescio militare, dieci morti in due serie di raid condotti con droni nell’est della Siria al confine con l’Iraq. Secondo l’ong londinese ’Osservatorio per i diritti umani in Siria’ sono stati uccisi gli autisti di sette camion che trasferivano armi di Teheran in Iraq.

In Israele la lotta dei palestinesi contro gli israeliani è arrivata a mobilitare un ragazzino di tredici anni che ha sparato con una pistola contro un israeliano e il suo figliolo ferendoli gravemente. Gerusalemme sta abbandonando la sua iniziale neutralità nella guerra fra Mosca e Kiev. Secondo il New York Times il Pentagono ha deciso di inviare in Ucraina armi immagazzinate in Israele e il presidente Isaac Herzog per la prima volta ha visitato la sede della Nato a Bruxelles.

In quello che in passato era il lontano Oriente il segretario della Nato Jens Stoltenberg tenta di convincere la Corea del Sud a decidere una fornitura diretta di armi all’Ucraina superando il divieto, previsto dalle sue leggi, di fornire mezzi di offesa a stati in guerra. Uno dei suoi argomenti più solidi è l’ombrello nucleare che gli Usa garantiscono a Seul.

In questo caos la maggiore danneggiata sul piano economico è sicuramente la Cina, che però non riesce a reprimere i riflessi spontanei dell’autocrazia. Mao Ning, portavoce del ministero degli esteri di Pechino, ha invitato la Nato a "mettere da parte la mentalità da guerra fredda".