La guerra è un freno, crescita lenta "Aiuteremo famiglie e imprese"

Il governo vara il Def: sostegni per 5 miliardi, Pil al 3,1% nel 2022. Draghi: "Faremo tutto il necessario"

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di Claudia Marin

ROMA

Mario Draghi e Daniele Franco tengono il punto: per ora non ci sarà nessun extra-deficit, ma questo non impedirà di intervenire a stretto giro con un nuovo provvedimento da 5 miliardi di euro per fronteggiare il caro-energia e il caro-bollette, garantendo comunque che c’è la "disponibilità totale" a fare "tutto il necessario per aiutare famiglie e imprese". I leader dei partiti di maggioranza mugugnano e insistono sull’esigenza di ricorrere a un ennesimo scostamento di bilancio per trovare ulteriori e più consistenti risorse, ma non strappano. Perché, nel giorno del varo del Def, il documento che traccia la rotta della politica economica, il premier lancia più di un messaggio netto al Paese e alla politica: la guerra gela le prospettive di crescita, gli scenari – negativi – restano più incerti che mai e non è il momento per fare nuovo debito e nelle previsioni macroeconomiche "chi è pessimista sbaglia meno".

Dunque, quello che serve e che il premier chiede è unità e governabilità a una maggioranza spesso litigiosa, come sta accadendo da ultimo sulla delega fiscale, con Lega e Forza Italia sulle barricate: "È quello che si aspettano gli italiani – avvisa – è l’unico modo per consentire all’esecutivo di affrontare le due principali sfide all’orizzonte: le ripercussioni della guerra in Ucraina, con le emergenze sociali e economiche che si porta dietro, e il Pnrr con le riforme da completare". E non è meno diretto con chi, come il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi e altri imprenditori, si lamenta di come non sia più conveniente produrre in Italia: "Si pensa che noi siamo peggio degli altri", invece "le materie prime mancano a tutti in Europa, le previsioni tendono in negativo quasi dappertutto".

Ma torniamo alle cifre del Def. Il Pil nel 2022 crescerà del 3,1%, incorporando già il beneficio che deriverà dal nuovo decreto. Prezzi e guerra hanno tagliato le previsioni dell’autunno scorso del 4,7%. È confermato, però, il rapporto tra deficit e Pil a 5,6%. "Scelta di prudenza – argomenta Franco –, altrimenti lo spread salirebbe". Mentre il debito è previsto in calo al 147% del Pil. Numeri che valgono, però, senza che si realizzi l’embargo sul gas, perché, in quel caso, per l’anno in corso solo il trascinamento del 2021 ci salverebbe da cifre negative e ci fermeremmo comunque a un risicato più 0,6%. Ma lo scenario avverso non è, per ora, alle viste. E così, per ora niente scostamento.

Il titolare di via XX Settembre, anche ai ministri nella cabina di regia che ha preparato il Cdm, spiega che non è il caso di alzare il deficit, perché a risentirne sarebbe lo spread, già in tensione nelle ultime settimane. Tanto più che si attende di capire se ci sarà una "risposta Ue", un Recovery di guerra. Più in là, se dovessero servire altre risorse, "le troveremo come abbiamo fatto finora", si limita a spiegare il Ministro dell’Economia, annunciando che nel frattempo è stato prorogato di 10 giorni, fino al 2 maggio, il taglio da 25 centesimi delle accise su benzina e gasolio. Dai capi-delegazione, però, non arriva un consenso pieno a questa impostazione. Il disagio sociale cresce, insiste il ministro Andrea Orlando: l’extr-deficit non va escluso. Mentre Giuseppe Conte e i grillini plaudono al mancato incremento delle spese militari, ma avvisano: "Le risorse sono insufficienti per ristorare famiglie e imprese, serve uno scostamento".

Draghi e Franco, però, indicano da subito i capisaldi del prossimo decreto, da approvare entro aprile. Bollette e carburanti restano in cima alla lista, anche se bisognerà valutare l’andamento dei prezzi. Nell’elenco delle nuove misure entra anche il caro-materie prime, che zavorra le imprese e rischia di fermare gli appalti, compresi quelli del Pnrr. E poi, sfruttando il nuovo allentamento degli aiuti di Stato modello Covid, ci saranno nuove risorse per le garanzie sul credito, ma anche nuove tranche di aiuti per gestire l’accoglienza dei profughi.