La guerra di Giorgio Foreign fighter italiano morto sotto le bombe Il papà: "Sei un eroe"

Il 27enne di Varese era nelle fila della brigata internazionale ucraina. Grande appassionato di soft air, è stato colpito a sud di Kharkiv. Le ultime parole alla famiglia: quando torno faccio un anno di vacanza

Migration

di Andrea Gianni

BEDERO VALCUVIA (Varese)

Il padre lo definisce "un eroe", ricorda una frase pronunciata dal figlio prima di partire per l’Ucraina: "Quando ritorno mi faccio un anno di vacanza". Benjamin Giorgio Galli, 27enne italo-olandese partito dai Paesi Bassi per combattere contro l’esercito russo, è morto all’ospedale di Kiev per le conseguenze di un bombardamento nella zona a sud di Kharkiv, dove infuria la guerra. Si era arruolato come olandese con la brigata internazionale che combatte al fianco dell’esercito ucraino all’inizio di marzo, per contrastare con le armi l’invasione russa. Da Winterswijk, città di 30mila abitanti al confine con la Germania dove risiedeva da qualche tempo dopo aver vissuto per anni con la famiglia in provincia di Varese, aveva raggiunto Varsavia. "Che bella città – scriveva su Facebook lo scorso 3 marzo – peccato che non resterò a lungo". Poi era entrato in Ucraina con altri foreign fighter europei, seguendo un percorso inverso a quello della massa di profughi che in quelle settimane lasciavano il Paese.

Benjamin Giorgio Galli è il secondo italiano morto in Ucraina. Il primo è stato Edy Ongaro, militante veneto nelle fila dei separatisti filorussi del Donbass, ucciso lo scorso 30 marzo da una bomba a mano in un villeggio a nord di Donetsk. Il 27enne, madre olandese e padre italiano, ha vissuto per anni a Bedero Valcuvia, paese con poco più di 650 abitanti vicino al confine con la Svizzera, prima di trasferirsi in Olanda. Nel Varesotto vivono ancora diversi parenti, fra cui la sorella Anna Victoria, che piangono la sua scomparsa. "Era felice – ha spiegato la madre, Mirjam Van der Plas – era la sua strada, voleva aiutare il popolo ucraino". La sorella lo ha definito su Facebook "lo zio migliore del mondo". I suoi genitori sono volati a Kiev per riportare la salma a casa: probabilmente i funerali si celebreranno in Olanda. Grande appassionato di soft air, attività che esercitava anche nei boschi del Varesotto con gli amici del gruppo A-Team Tre Valli, Galli poco dopo lo scoppio della guerra aveva deciso di andare a combattere, postando sul suo profilo alcune foto in divisa e con le armi in mano.

"Era convinto di andare a combattere dalla parte giusta, contro un’invasione illegittima", spiegano i suoi genitori, con il padre che su Facebook raccontava che "i russi scappano dopo avere torturato le donne e le bambine! Serve giustizia". Un amico di Bedero Valcuvia ricorda la sua ultima conversazione con lui, pochi giorni prima della partenza: "Era un bravo ragazzo, mi aveva detto che per motivi di lavoro doveva andare in Polonia. Non ci aveva parlato dell’intenzione di andare a combattere, altrimenti avremmo cercato di fermarlo". Il 27enne avrebbe trascorso gli ultimi mesi al fronte, combattendo fianco a fianco con gli ucraini e gli stranieri della brigata internazionale. "Ti voglio bene, sarai sempre nei miei pensieri, il tuo sorriso sarà nelle mie preghiere, fratello Ben, eroe dell’Ucraina", ha scritto in inglese un suo commilitone sotto l’ultimo post del suo profilo Facebook, dove si è scatenata la consueta rissa social tra chi apprezza il suo coraggio perché "hai lottato e ti sei sacrificato per la parte giusta", tra chi invece scrive "Dispiace per te, dispiace chi ti ha coinvolto o non ti ha frenato in questa follia.." fino ai sostenitori di Putin che commentano con "bellissima notizia" e lo definiscono "un mercenario".

La stima di intelligence e Antiterrorismo è di circa venti combattenti italiani in Ucraina, una "legione" attentamente monitorata dagli 007, da una parte e dall’altra dei due schieramenti. Benjamin Giorgio Galli è finora il secondo foreign fighter che ha perso la vita: il primo è stato Edy Ongaro, dalla parte opposta della barricata. E c’è anche chi è tornato, spaventato da quello che ha visto e subito. È il caso di Ivan Luca Vavassori, ex calciatore di 29 anni che era andato al fronte nelle fila delle brigate internazionali in guerra contro le truppe di Putin. Una informativa russa parlava di "61 mercenari italiani: 10 tornati in patria e 11 morti", ma Roma non ha mai confermato.