Mercoledì 24 Aprile 2024

La guerra del gas: Bp esce da Rosneft

Gli effetti della crisi ucraina si fanno sentire anche a livello di colossi dei carburanti. La società petrolifera britannica BP esce dalla russa Rosneft. Secondo quanto riportato dal Financial Times, la società venderà il 20% detenuto nella compagnia petrolifera statale russa Rosneft che deteneva dal 2013. "Un chiaro segnale – scrive l’autorevole quotidiano – della reazione della società all’invasione russa dell’Ucraina". Il gruppo petrolifero quotato nel Regno Unito ha dichiarato che non rendiconterà più riserve, produzione o profitti da Rosneft e il suo amministratore delegato, Bernard Looney, si dimetterà dal consiglio di amministrazione di Rosneft "con effetto immediato".

Intanto, visto il perdurare del conflitto russo-ucraino, per garantire all’Europa una fornitura supplementare di gas si fa avanti l’Algeria. L’amministratore delegato di Sonatrach, Toufik Hakkar, ha annunciato, in un’intervista rilasciata a Liberté che la società "ha una capacità inutilizzata sul gasdotto Transmed (che collega l’Algeria all’Italia, ndr), che potrebbe essere sfruttata per aumentare le forniture al mercato europeo". Attualmente, infatti, il Paese nordafricano "contribuisce per l’11% alle importazioni totali di gas nel continente".

Una buona notizia, per quanto non risolutiva, anche per l’Italia, che l’altro giorno, attraverso il ministero della Transizione ecologica, ha lanciato un pre-allarme sulla possibile carenza energetica, in caso di continuazione del conflitto tra Russia (principale fornitore) e Ucraina (sotto il cui terreno passa la principale rotta di importazione). Ieri, però, lo stesso ministero retto da Roberto Cingolani ha rassicurato: sono state avviate, sì, "un monitoraggio costante" e misure di precauzione come il "riempimento dello stoccaggio anticipato", ma ad oggi "la situazione delle forniture è adeguata a coprire la domanda interna".