RUBEN RAZZANTE*
Cronaca

La guerra dei telefonini Pechino sfida gli Usa: iPhone vietato ai funzionari di governo

La Cina risponde alle restrizioni occidentali su TikTok e il 5G di Huawei. Non potranno essere usati i dispositivi Apple e di altre aziende straniere. Gli effetti geopolitici della contrapposizione tecnologica tra i due colossi.

La guerra dei telefonini  Pechino sfida gli Usa:  iPhone vietato  ai funzionari di governo
La guerra dei telefonini Pechino sfida gli Usa: iPhone vietato ai funzionari di governo

Gran parte della guerra cibernetica tra Usa e Cina ruota attorno alla competizione per la supremazia tecnologica. Aziende come Apple, Google, Amazon e Microsoft negli Stati Uniti, e Tencent, Huawei e Alibaba in Cina, hanno un’enorme influenza globale. Queste aziende sono protagoniste negli ambiti dell’intelligenza artificiale, dell’informatica quantistica, delle reti 5G e di altre tecnologie avanzate.

La corsa per il controllo di queste tecnologie chiave è diventata una parte centrale della guerra cibernetica, con ciascuna potenza che cerca di proteggere i propri segreti industriali e tecnologici mentre cerca di ottenere un vantaggio competitivo e di ostacolare la crescita, anche commerciale, del proprio principale competitor.

Dopo che gli Stati Uniti hanno introdotto alcune restrizioni su alcuni campioni tech cinesi, anche la Cina ha introdotto nuovi divieti. Infatti, le restrizioni sui dispositivi stranieri sono l’ultimo passo della campagna di Pechino per ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera e migliorare la sicurezza informatica e si inserisce nel contesto di una campagna per limitare i flussi di informazioni sensibili al di fuori dei confini del gigante asiatico.

In altre parole, la Cina ha ordinato ai funzionari delle agenzie governative centrali di non utilizzare gli iPhone di Apple e altri dispositivi di marca straniera per lavoro o di non portarli in ufficio. Queste misure sarebbero mirate a eliminare i rischi percepiti per la sicurezza nazionale derivanti dall’utilizzo di dispositivi di telecomunicazione realizzati da una società statunitense. In verità un divieto simile è in vigore da anni per alcuni enti governativi, ma l’ultima ordinanza lo ha ampliato.

Questa mossa sembra una risposta alla decisione presa da Washington, così come da diversi governi europei e dalla stessa Commissione di Bruxelles, che hanno vietato ai loro funzionari di scaricare sui telefoni di lavoro il social TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, o di utilizzare tecnologia Huawei per costruire le reti 5G, citando rischi di spionaggio da parte di Pechino.

La mossa dei cinesi potrebbe avere un effetto dissuasivo più ampio e coinvolgere tutti i marchi stranieri nel mercato della nazione, a partire proprio dalla stessa Apple. Quest’ultima domina il mercato degli smartphone di fascia alta nel Paese e l’azienda considera la Cina uno dei suoi mercati principali.

La guerra tecnologica tra gli Stati Uniti e la Cina è un conflitto che si estende su molteplici fronti e può avere ripercussioni significative non solo nella sfera tecnologica, ma anche in ambito finanziario e nei delicati equilibri geopolitici.

Le due potenze si sfidano per il predominio nell’innovazione tecnologica, e questo si riflette non solo nelle sfide cibernetiche, ma anche nella competizione per le risorse, l’accesso ai mercati globali e il controllo delle infrastrutture digitali. Questa guerra, dunque, va ben oltre il mondo delle tecnologie e rappresenta una sfida cruciale per il futuro delle relazioni internazionali e dell’economia mondiale.

*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano