Mercoledì 24 Aprile 2024

La guerra dei combustibili Ue con Berlino, sì ai sintetici Sconfitta la linea italiana Fratin: scelta irragionevole

L’accordo tra Bruxelles e la Germania sblocca lo stallo sull’addio a diesel e benzina. Fuori dal patto i biocarburanti. Salvini: la Germania ha combattuto solo per i suoi interessi

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di Antonio Troise

Hanno sperato fino all’ultimo che nell’accordo fra Bruxelles e Berlino ci fosse spazio anche per la proposta italiana sui bio-carburanti. Ma alla fine, nei delicati equilibri dell’Ue, la Meloni è tornata a mani vuote. Anzi, con un’intesa che, di fatto, penalizza ancora di più la filiera tricolore dell’automotive. Un doppio schiaffo. Ancora più amaro dopo la lettera inviata qualche giorno fa alla presidente della Commissione Ue e firmata dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, da quello dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin e dal vicepremier, Matteo Salvini.

Tutto inutile, perché alla fine Berlino ha sfruttato proprio la posizione di Roma per diventare l’ago della bilancia nel voto al Consiglio europeo, ultimo passaggio per l’adozione della legge, portando a casa il via libera agli e-fuel, i carburanti sintetici dove la Germania è leader, e sbarrando la strada ai biocarburanti, che avrebbe aperto grossi spazi produttivi all’Italia. Unica consolazione è che dal 2035 i motori termici continueranno ad essere prodotti e commercializzati. Gilberto Fratin non nasconde il suo rammarico in una nota ufficiale. "Contiamo che l’Europa non si dimostri irragionevole e sorda ai richiami che provengono da un Paese fondatore, impegnato a centrare, anche in anticipo, gli obiettivi che porteranno l’Europa a essere un continente energeticamente neutrale entro il 2050".

Ancora più duro il leader della Lega, Salvini: "La Germania, come sempre, ha fatto la sua battaglia per il suo interesse, e ha portato a casa il risultato. Inquinare di meno è un obiettivo di tutti, però non possiamo licenziare centinaia di migliaia di persone". In fibrillazione gli esponenti di Forza Italia: "L’accordo tra Germania e Ue sull’uso dei carburanti sintetici, con l’esclusione dei biocarburanti, è semplicemente intollerabile. È un’intesa destinata a danneggiare l’Italia e tutta l’Europa - sentenzia Luca Squeri, deputato e responsabile del Dipartimento Energia di Fi-. Il governo continui la battaglia, sacrosanta, per la neutralità tecnologica, perché rischiamo di pagare a carissimo prezzo l’ambientalismo folle della sinistra europea".

Si fanno sentire anche gli uomini di Fratelli d’Italia: "Prendiamo atto dell’accordo tra la Commissione e il governo tedesco sugli e-fuels. Seguendo lo stesso principio fa più che bene il governo Meloni a non mollare su questo punto, che è coerente con l’interesse nazionale italiano ma anche con un approccio scientifico realistico e non ideologico". Ma i margini di manovra per riaprire la trattativa sono praticamente inesistenti. L’accordo Fra Germania e Ue ha di fatto "blindato" il regolamento che metterà al bando le auto diesel e a benzina dal 2035. Il pacchetto, modificato ieri, verrà discusso domani dagli ambasciatori dei 27 paesi. Per poi approdare martedì al Consiglio d’Europa, dove sarà approvato a maggioranza dai ministri dell’Ambiente dell’Ue. Per l’Italia ci sarà Gilberto Fratin che, in mancanza di un’intesa sul filo di lana, voterà no. E lo stesso farà la Polonia mentre la Bulgaria, più probabilmente, si asterrà. Ma tutto questo non sarà sufficiente per formare una minoranza di blocco che prevede la presenza di almeno quattro Paesi rappresentanti il 355 della popolazione europea.

A questo punto all’Italia non resterà che adeguarsi, per evitare sanzioni ancora più pesanti. E, magari, puntare ad ottenere qualcosa quando si cominceranno a mettere a punto i regolamenti attuativi, da qui al 2024. Nel frattempo l’opposizione spara a zero. Per il Verde, Angelo Bonelli, "il disastro diplomatico e politico, di cui si devono assumere la responsabilità Giorgia Meloni e il ministro Pichetto Fratin è davanti agli occhi di tutti".