Venerdì 19 Aprile 2024

La giudice: emergenza giovani "Reati più violenti, cresce la rabbia"

La presidente del Tribunale dei minori di Milano: l’insoddisfazione dietro aggressioni, risse e stupri "Ma il sistema carcerario è al collasso. Mancano personale, educatori, agenti e risorse economiche"

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di Anna Giorgi

"La giustizia minorile, in Italia, viene dopo la giustizia degli adulti e così si dimentica che i minori di oggi, non “recuperati“, saranno gli adulti di domani. Prima di tutto bisogna capire che la giustizia minorile non può essere ignorata". Per Maria Carla Gatto, presidente del tribunale dei Minori di Milano, l’evasione dei sette ragazzi dal Beccaria, il carcere minorile nel quale si trovavano a vario titolo per reati di rapina, spaccio e violenze in famiglia è un episodio grave che fa emergere in tutta la sua complessità la ben più grave voragine del sistema.

Quali sono le urgenze da affrontare?

"Lo stanziamento delle promesse risorse economiche per far fronte ai tanti buchi nella filiera del lungo processo rieducativo dei minori. Ne ho già parlato con il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari. I ragazzi che sono evasi facciano presto rientro per non compromettere ulteriormente il loro percorso di responsabilizzazione, ma poi è necessario avere personale, educatori, agenti penitenziari in numero adeguato e preparati per far fronte alle specifiche difficoltà che ciascun minore presenta".

Che profili hanno i ragazzi che si trovano nelle carceri minorili italiane?

"Hanno disagi che cominciano da lontano, alcuni ragazzi hanno alle spalle traumi migratori pensatissimi con difficoltà di integrazione. Altri presentano forte disagio psichico spesso aggravato dall’abuso di alcol o sostanze".

Dallo stupro di gruppo dello scorso Capodanno si è assistito a una recrudescenza della tipologia di reati commessi dai minori, quali sono le cause?

"É cambiata la modalità, sono reati più violenti che rappresentano lo sfogo di una insoddisfazione, di una rabbia interiore che si manifesta attraverso risse e aggressioni. Quando i ragazzi sfogano la rabbia contro se stessi commettono atti di autolesionismo o arrivano addirittura a sfide mortali su TikTok, quando sfogano la rabbia contro gli altri, allora commettono atti predatori o aggressioni anche sessuali come quella di Capodanno".

Come si può fronteggiare questa emergenza rieducazione?

"Oltre alle indispensabili risorse economiche è fondamentale la formazione. Servono agenti ed educatori specializzati per affrontare le sempre più complesse realtà dei ragazzi".

Le comunità presentano gli stessi problemi?

"Intanto sono troppo poche, soprattutto nel Nord Italia, alcune sono state costrette a chiudere per assenza di educatori. Una emergenza nella emergenza, perché manca il numero sufficiente di comunità che possa accogliere i destinatari di misure cautelari non carcerarie. Molto misure penali di collocamento in comunità restano ineseguite o vengono eseguite in ritardo notevole. Si pensi che nei primi sei mesi del 2022 sono state emesse solo dal tribunale dei minori di Milano 180 misure cautelari (carcere o comunità). Questi numeri dimostrano l’impossibilità di collocare i ragazzi negli istituti penali, ad esempio al Beccaria dimezzato (40 posti effettivi contro gli 80 potenziali) per gli eterni lavori in corso".

Tempi lunghi e spese: è stato risolto il problema della digitalizzazione dei processi minorili?

"Purtroppo la giustizia minorile è stata l’unico settore escluso dal processo telematico e questo incide sulla efficienza del servizio per l’impossibilità di depositare e rendere accessibili gli atti dei procedimenti agli avvocati e alle parti interessate".