Mercoledì 24 Aprile 2024

La Francia scontenta alla prova voto Macron rischia contro la Le Pen

Pandemia, crisi, guerra in Ucraina, la questione Corsica e astensionismo possono sconvolgere le previsioni . Negli ultimi sondaggi il divario tra presidente uscente e sfidante si è ridotto a meno di 5 punti percentuali

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di Giovanni

Serafini

Una campagna elettorale così non si era mai vista in Francia. Si vota domenica prossima per il primo turno delle presidenziali in un clima nebbioso, denso di preoccupazioni e di minacce. C’è la situazione sanitaria, non ancora sotto controllo per i postumi della pandemia. C’è la guerra alla frontiera orientale dell’Europa, con gli orrori dell’aggressione russa all’Ucraina e gli incubi che ne scaturiscono per tutti. C’è il problema del gas e del petrolio, che potrebbero venire a mancare nei prossimi mesi. C’è la rivolta dei separatisti in Corsica, con il suo rituale scenario di molotov, incendi, scontri con la polizia.

È in questo clima atipico che 48 milioni di Francesi andranno alle urne (chi ci andrà) per scegliere il nuovo (o il vecchio) presidente. Sulla carta tutto sembra già scritto. Fra i 12 candidati ne spiccano due - Emmanuel Macron e Marine Le Pen - che godono di un forte distacco rispetto agli altri. Stando agli ultimi sondaggi Macron è in testa col 27%, seguito dalla Le Pen col 22%. I due leader estremisti della sinistra e della destra, Jean-Luc Mélenchon ed Eric Zemmour, hanno rispettivamente il 14 e il 9,5%. Valérie Pécresse, candidata dell’ex glorioso partito gollista, arranca penosamente sul filo del 9%, mentre la paladina socialista Anne Hidalgo, attuale sindaco di Parigi, è addirittura scesa sotto il 2%.

Un’elezione a scatola chiusa, si direbbe: al secondo turno Emmanuel Macron dovrebbe logicamente sconfiggere Marine Le Pen, come già è accaduto alle presidenziali del 2017. Ma il déjà vu, secondo gli analisti, potrebbe anche non realizzarsi: "La situazione non è affatto stabile: c’è una forte volatilità dell’elettorato e si prevede un’astensione molto forte (il 30% e passa) che potrebbe capovolgere la situazione", spiega il direttore dell’istituto Ipsos, Brice Teinturier. Vediamo le cifre: nel corso dell’ultima settimana Macron ha perso 2 punti e mezzo, mentre Marine Le Pen ne ha guadagnati 3 e mezzo. In vista del secondo turno la distanza fra i due contendenti si è accorciata: 53% a favore di Macron, 47% per la Le Pen (nel 2017 Macron vinse con il 66%). Il gap, affermano gli analisti, è troppo ridotto: "Un incidente elettorale a danno di Macron è assolutamente possibile", afferma il politologo Pascal Perrineau.

E se Marine, che per due volte è andata a sbattere contro il muro dell’Eliseo, questa volta ce la facesse? Al secondo turno potrebbe catturare i voti dei sostenitori di Zemmour, di una gran parte dei seguaci di Mélenchon (che detestano Macron), della frangia ecologista scontenta della politica sin qui condotta e dei tanti cittadini che trovano "antipatico, arrogante, saccente ed altezzoso" l’attuale presidente. Paradossalmente i francesi non amano i leader troppo ambiziosi, brillanti e intelligenti: a Giscard d’Estaing preferiscono di gran lunga Chirac e Mitterrand. Ritengono, a torto, che Macron difenda soprattutto gli interessi dei ricchi. Non hanno apprezzato il suo invito a "lavorare di più, come si fa in Italia" e la sua proposta di alzare a 65 anni (contro i 62 di oggi) l’età della pensione.

Marine Le Pen, invece, negli ultimi anni si è "ripulita". È diventata più sorridente, ha mandato al diavolo i consiglieri ("Questa volta faccio di testa mia") e ha rimodellato i suoi programmi. Non parla più di Frexit, ma di riduzione della dipendenza dall’Ue. Insiste con l’uscita della Francia dal comando integrato della Nato, ma si guarda bene dal mostrarsi (soprattutto adesso) troppo amica di Putin. Ha condannato l’aggressione all’Ucraina, ha parlato di crimini di guerra ed è riuscita - a differenza da Zemmour - a far dimenticare le foto in cui appariva trionfante a fianco dello Zar.