Martedì 23 Aprile 2024

La foto-miracolo della Siria Siena adotta papà e figlio

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di Pino Di Blasio

"Can a picture make a difference?" Stavolta, come per altre storie drammatiche, una foto ha fatto davvero la differenza. Lo scatto del turco Mehmet Aslan, Hardship of life, l’abbraccio tra un padre senza una gamba, persa per colpa di un bombardamento, e il piccolo Mustafa, nato senza braccia e gambe per una malattia congenita dovuta alle conseguenze di un attacco chimico, che colpì sua madre quando era incinta, ha innescato un miracolo di solidarietà. Oggi Mustafa, il padre Munzir El Nezzel, la madre Zeynep e le sorelline Nur e Sacide, partiranno da Istanbul e arriveranno a Fiumicino, accolti da un mediatore linguistico, i volontari della Misericordia e i dirigenti del Siena International Photo Awards, il festival che ha premiato la foto di Aslan. E l’ha trasformata in un’icona, nell’immagine simbolo del conflitto siriano, pubblicata sui giornali più importanti del pianeta, diffusa su tutti i network tv, postata da tante star, come Angelina Jolie.

Come è accaduto per altre foto simbolo, che hanno cambiato il corso delle cose, come il piccolo Aylan morto sulla spiaggia di Bodrum o, per restare a Siena, la foto di Lejla Jasarevic con l’occhio sanguinante, colpita da un cecchino a Sarajevo, e curata anche lei a Siena dagli oculisti del Policlinico, il piccolo Mustafa e suo padre Munzir saranno curati a Siena per poi trovare protesi adatte a loro al centro di eccellenza Inail di Budrio (Bologna). "L’ambasciata italiana in Turchia ha risolto gli ultimi dettagli, dai biglietti alle autorizzazioni – racconta Luca Venturi, direttore del Siena Photo Awards e artefice principale di una storia vicina al lieto fine –. La famiglia El Nezzel vivrà a Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice e la Caritas diocesana hanno messo a disposizione una casa, garantiranno il vitto e il denaro sufficiente per le spese. Ma è un futuro tutto da disegnare, noi oggi ci troveremo davanti cinque persone con una valigia piena di speranze, che vogliono iniziare una nuova vita".

Venturi è stato in contatto pressoché quotidiano con babbo Munzir. "Gli ho scritto in arabo, aiutandomi con Google. Mi hanno mandato un sacco di video, una delle ultime call si è chiusa con il piccolo Mustafà che, ridendo, mi ha detto ’I love you’". La raccolta fondi lanciata dal Sipa ha superato i 100mila euro, saranno utilizzati anche per le cure a Budrio. Dove andranno solo babbo e figlio nei periodi di prova delle protesi. Perché la nuova vita della famiglia El Nezzel sarà a Siena, lontano dalle macerie della guerra in Siria e dagli effetti nefasti dei veleni caduti dal cielo.