Sabato 20 Aprile 2024

"La forza di Bebe simbolo del sogno europeo"

La von der Leyen prende come esempio la pluricampionessa Vio per parlare di esercito. Mattarella: "Alla Ue serve una Difesa comune"

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di Ettore Maria Colombo

"Allora si può fare!". Vincere e pure ‘difendersi’. L’elogio in diretta che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha pronunciato nel suo discorso sullo Stato dell’Unione davanti al Parlamento Ue verso la pluri-campionessa delle Paralimpiadi, Bebe Vio, ha commosso tutti. Ma attraverso quel "si può fare" la von der Leyen parla, in realtà, anche di molti progetti che le stanno a cuore, a partire da una Difesa comune europea, antico sogno dei padri fondatori della Ue, da De Gasperi a Schumann, mai realizzato.

Lo stesso ‘sogno’ (riecheggia il "Si può fare!") che coltiva, non troppo distante da Strasburgo, al Quirinale, il Capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, che è tornato a battere lo stesso tasto, quello di una Europa ‘unica’ anche nel settore della Difesa. "Ad aprile – ha detto la von der Leyen, indicando l’alfiere della delegazione paralimpica italiana a Tokio, presente alla seduta – le avevano detto che rischiava di morire, poi è riuscita a vincere una medaglia olimpica".

Von der Leyen ha elogiato la campionessa come "una leader, immagine della sua generazione, da cui trarre ispirazione". "La sua storia è un contrasto delle avversità, che ha raggiunto i suoi risultati applicando il suo credo: se sembra impossibile allora può essere fatto", ha aggiunto la von der Leyen, stavolta in italiano.

Ma il vero, grande, progetto che ha a cuore la von der Leyen – dopo il Next Generation Eu, su cui pure è tornata – è, appunto, l’annuncio di un "vertice con Macron sulla Difesa comune europea", tema su cui "non manca la capacità, ma è mancata la politica". Perché Macron? Perché è sempre stata la Francia, dotata della sua force de frappe, cioè di un arsenale nucleare, a differenza degli altri Stati membri, a opporsi a tale progetto.

Von der Leyen ha poi ricordato che, con Mario Draghi, "c’è una eccellente cooperazione e il piano di Recovery italiano è molto solido", sottolineando che "Avremo bisogno delle sue conoscenze e del suo parere per la ripresa comune europea" (come a dire: ‘tenetevelo lì’).

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inaugurando, al Quirinale, il 26esimo vertice di Arraiolos, che riunisce 13 presidenti e Capi di Stato non esecutivi della Ue, ha dal canto suo di nuovo sferzato la Ue perché "deve cambiare. Non può restare nelle condizioni attuali. Deve trovare una bussola strategica o rischia di venire meno". E il nostro Capo dello Stato ha spronato la Ue proprio a trovare una sua dimensione, riguardo alla politica estera, di difesa e sicurezza comune, altrimenti "l’edificio dell’Ue resterà incompleto". Il suo ‘amico’ e omologo tedesco, Steinmeier, lo ha ringraziato per la leadership di tutti questi anni, dentro la Ue. Un altro, non piccolo, ‘commiato’...