La Finanza da Fontana: presi i dati del cellulare

Acquisite le chat conservate nello smartphone del governatore lombardo. Il legale: "Non è indagato, atto di dubbia costituzionalità"

di Giambattista Anastasio

e Manuela Marziani

I militari della Guardia di finanza di Pavia ieri mattina si sono presentati a casa del presidente leghista della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e hanno provveduto ad effettuare una copia forense dei contenuti presenti nel suo smartphone. Detto altrimenti: le fiamme gialle hanno acquisito le chat e la messaggistica conservate nel telefonino del governatore lombardo scaricandole e trasferendole sui loro dispositivi. Analoga operazione è stata fatta con il cellulare di Giulia Martinelli, capo della segreteria politica di Fontana nonché ex compagna di Matteo Salvini, e con quello dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, di Forza Italia, anch’egli raggiunto dalla Guardia di Finanza nella propria abitazione.

In tutti e tre casi i militari sono entrati in azione su mandato della procura della Repubblica di Pavia, titolare dell’indagine sull’affidamento diretto (quindi senza gara pubblica) alla società Diasorin di 500mila test sierologici, per un valore di 2 milioni di euro, da parte del Policlinico San Matteo di Pavia. Da marzo ad oggi sono state iscritti nel registro degli indagati otto persone con l’ipotesi di realto di peculato e turbata scelta del libero contraente. Tutte e otto coincidono, in sintesi, con i vertici dell’ospedale e della stessa Diasorin. Il presidente della Regione Lombardia al momento non è indagato. Così assicura il suo legale, Jacopo Pensa, in una nota diramata nella prima serata di ieri. Una nota decisamente dura nei confronti dell’operato degli inquirenti. E non è la prima volta che dall’entourage del governatore lombardo si usano toni forti nei confronti della procura.

In questi mesi lo stesso Fontana si è lamentato a più riprese della sistematica diffusione di notizie relative ad inchieste che riguardano la Regione Lombardia e che, a suo dire, sarebbero dovute restare coperte. Inutile rimarcare che il Carroccio si sente nel mirino. Nemmeno Martinelli e Gallera risultano indagati, al momento. La nota dell’avvocato di Fontana, allora: "Il presidente Fontana non è indagato e ha subito una perquisizione presso terzi. Non gli è stato sequestrato nulla, è stata effettuata copia del contenuto del cellulare – conferma Pensa –. È grave, però, il fatto che la perquisizione sia avvenuta con modalità non pertinenti alle finalità dell’operazione, con un decreto non circostanziato ma applicabile a chiunque, con evidenti criticità di carettere costituzionale vista la ovvia presenza di conversazioni di carettere istituzionale nel cellulare del presidente Fontana. Sarebbe stato sufficiente un invito a fornire i dati telefonici per raggiungere il medesimo risultato investigativo. Valuteremo se impugnare il provvedimento per una verifica giurisdizionale sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto".

Già, il legale di Fontana non esclude un ricorso contro il decreto della procura. Ma ora c’è da capire se Fontana rimedierà un secondo avviso di garanzia dopo quello relativo al caso dei camici forniti alla Regione dalla ditta del cognato. E se l’inchiesta salirà di grado. A fine luglio era emerso che tra le carte in possesso del procuratore aggiunto Mario Venditti e del pm Paolo Mazza, era spuntato anche il nome di Salvini.