Giovedì 25 Aprile 2024

La figlia di Dugin uccisa Il papa prega per Darya "È una vittima innocente"

Protesta l’ambasciatore ucraino: era una degli ideologi dell’imperialismo russo

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CITTÀ DEL VATICANO

Il Papa torna a pregare per l’Ucraina a sei mesi dall’inizio dell’invasione russa. "Rinnovo il mio invito a implorare al Signore la pace per l’amato popolo ucraino che da sei mesi patisce l’orrore della guerra", ha detto il Pontefice alla fine dell’udienza generale in Vaticano a cui hanno preso parte gruppi di profughi ucraini, soprattutto ragazzi e giovani, accompagnati da Caritas Italiana. Il Pontefice ha auspicato che "si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il disastro nucleare a Zaporizhzhia".

Ha pregato per i prigionieri e per i tanti orfani, "bambini ucraini e bambini russi perché l’orfanità non ha nazionalità". Ma a gran voce ha chiesto a "tutte le parti" di operare per la pace. "Penso a "tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra è una pazzia" e "nessuno in guerra può dire: "no, io non sono pazzo". Poi prega per Darya Dugina, la figlia dell’ideologo russo rimasta vittima di un attentato: "Penso ad una povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra". Parole che suscitano l’immediata protesta di Kiev. A farsene portavoce è l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash: "Il discorso di oggi del Papa è stato deludente e mi ha fatto pensare a molte cose: non si può parlare con le stesse categorie di aggressore e vittima, stupratore e stuprato". Quanto al fatto che il Papa abbia citato l’omicidio di Dugina, l’ambasciatore ucraino aggiunge: "Come è possibile citare una degli ideologi dell’imperialismo russo come vittima innocente?".

Parole dure che arrivano qualche settimana dopo l’incontro avuto in Vaticano con lo stesso Pontefice che ha manifestato la volontà di una visita a Kiev ma per la quale ancora non c’è una data. C’è invece la data per l’incontro con il Patriarca di Mosca Kirill che Francesco vedrà a metà settembre in Kazakistan. Circostanza, anche questa, che probabilmente non sarà compresa e gradita dagli ucraini, inclusi i rappresentanti della Chiesa locale che in questi sei mesi hanno sostenuto la difesa del loro popolo. Francesco chiede però che complessivamente si esca dalla logica della guerra. "Coloro che guadagnano con la guerra, con il commercio delle armi sono dei delinquenti perché ammazzano l’umanità", ha tuonato. Ed ha invitato a pensare anche "ad altri Paesi che sono in guerra da tempo: più di dieci anni la Siria; pensiamo alla guerra nello Yemen, tanti bambini patiscono la fame; pensiamo ai Rohingya che girano il mondo per l’ingiustizia di essere cacciati via dalla loro terra". "Ma oggi in modo speciale, ai sei mesi dell’inizio della guerra, pensiamo a Ucraina e Russia. Ambedue i Paesi - ha ricordato il Papa - ho consacrato all’immacolato cuore di Maria. Che Lei, Madre, veda questi due Paesi amati, che veda l’Ucraina, che veda la Russia e che ci porti la pace. Abbiamo bisogno di pace". "Abbiamo bisogno di pace", ripete poi twittando l’appello in russo e ucraino.

red. int.