Mercoledì 24 Aprile 2024

La figlia del Viperetta: "Lui è fuori di testa"

Indagata anche l’ex moglie del patron della Sampdoria. Le intercettazioni dei collaboratori: "Nella società c’è tanta spazzatura"

ROMA

"Un ginepraio" di società. Una costellazione di scatole cinesi in cui l’unico "dominus" era sempre lui: Massimo Ferrero. Nelle oltre trecento pagine di ordinanza cautelare c’è l’atto d’accusa che la Procura di Paola muove al presidente dimissionario della Sampdoria, da lunedì in carcere per l’accusa di bancarotta in una indagine che coinvolge, tra gli altri, oltre alla figlia Vanessa e al nipote Giorgio, anche la ex moglie del Viperetta, Laura Sini. Dagli atti del procedimento dei magistrati calabresi emerge la gestione spericolata delle quattro società, la Ellemme Spa, Blu Cinematografica Srl, Blu Line Srl e Maestrale Srl, dichiarate fallite tra il 2017 e il 2020. Dalle intercettazioni, inoltre, vengono a galla anche i rapporti tesi all’interno del gruppo e in particolare quello tra Ferrero e la figlia Vanessa.

"Mio padre non ci sta con la testa, sta fuori", taglia corto la donna, 48 anni, da ieri ai domiciliari, in un dialogo carpito dagli inquirenti. "Io non ho fatto una cosa delle 16 denunce penali che ho! – racconta parlando al telefono –. Io mi voglio levare da questo ginepraio. Invece di dire ‘amore scusa che ti ho messo in questa situazione di merda, a pagà la galera, quando i problemi sono miei non tuoi, perdonami figlia diletta’, così dovrebbe comportarsi. Io non c’ho manco i soldi per la spesa".

Nel provvedimento cautelare il giudice delinea i contorni del sistema creato dall’imprenditore romano. Un sistema in cui Ferrero era l’assoluto punto di riferimento. "Un ruolo apicale – scrive il giudice – che emerge in maniera evidente dalle varie emergenze investigative fin qui esaminate". Un ruolo che "non viene rivendicato dallo stesso Ferrero, ma gli viene riconosciuto dai vari interlocutori e correi". Il commercialista di fiducia del gruppo, sempre in parole carpite e finite negli atti dell’indagine, afferma che Viperetta "ha una propensione al rischio". "Lui ogni giorno deve trovare un posto dove bucare e far scendere dei soldi", prosegue. Per poi concludere laconico: "il tema è che se davvero gli bloccano tutto alla fine non è tanto possibile fare tutte queste cose…. E quindi alla fine bisognerà vedere che fare all’interno di queste scatole per operare".

Si tratta infatti di società in cui è stata fatta "talmente tanta merda che è veramente preoccupante come sono state gestite", si lasciano sfuggire al telefono uomini del gruppo. Ferrero, però, non sembrava preoccupato della sua situazione finanziaria tanto che era sua intenzione acquistare una villa dal costo potenziale di 4 milioni di euro.

E, alla luce degli elementi raccolti, per il giudice appare "concreto e gravissimo" il "pericolo di commissione di delitti analoghi" e pertanto ha disposto la misura cautelare che, da lunedì sera ha portato Ferrero nel carcere milanese di San Vittore.