La favola di Gennaro A tre anni in pigiama sparisce da casa Ritrovato nel bosco

Si era allontanato dall’abitazione senza scarpe, malore per il nonno. In 200 coinvolti nelle ricerche a Napoli, il piccolo era a 500 metri da casa. L’abbraccio della madre si scioglie nel pianto: "Voleva andare all’asilo"

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di Nino Femiani

Nella mente di ognuno balena il ricordo di quel 19 agosto di ventisette anni fa, quando la piccola Angela Celentano, appena tre anni, scomparve dal radar di genitori e amici che facevano un picnic sul Monte Faito. Da allora nessuno ha saputo più nulla di lei, dissolta in un buio impenetrabile e angoscioso. Solo avvistamenti fasulli, in questi lunghi anni. Nello sguardo e nell’affanno dei soccorritori in cerca di Gennarino c’è quella memoria che non si resetta mai, incancellabile.

Anche stavolta bisognava trovare un bambino, pure lui di tre anni, sparito dalla casa dei genitori a Nerano, frazione di Massa Lubrense, l’altro versante dei Monti Lattari, spalla a spalla con il Faito. Dileguatosi alle 9 del mattino mentre la mamma farmacista va al negozio di parasanitari, a qualche chilometro dalla casa di via Vespucci, il papà, maestro d’ascia, è nel cantiere nautico poco distante. Gennarino si allontana quatto quatto, accucciato e in silenzio, come il piccolo barone rampante di Calvino che cerca la libertà nel bosco. Si mette in moto da solo, audace, con il pigiamino azzurro e la felpa blu, senza scarpe, ai piedi i calzini antisdrucciolo. La sua è una piccola e infantile fuga verso quella macchia verde di libertà, che osserva ogni giorno da casa sua, qualche centinaio di metri dalla strada provinciale e dal mare azzurro e limpido della baia di Recommone. Ma è un percorso insidioso, per arrivarci bisogna percorrere tornantini che portano a sprofondi sul mare o nelle viscere dei Lattari.

La casa del bimbo piomba nel silenzio e il panico si impossessa della madre Giovanna quando scopre l’assenza di Gennarino. Terrorizzata va dai carabinieri, scatta il tam tam nel paese dove tutti si conoscono e sono un po’ parenti, inizia una battuta con centinaia di persone guidate dal sindaco Lorenzo Balducelli e dal capo della protezione civile di Massa Lubrense che, ironia dei cognomi, si chiama Agostino Celentano. Si alzano un elicottero e un drone che scandagliano la boscaglia, tre ore dopo la gioia. Eccolo là, Gennarino, il corpicino proteso verso l’agognato stato animale e selvaggio. Lo trova uno dei volontari, l’aiuto cuoco di un ristorante stellato che si è unito ai carabinieri e ai duecento paesani che battono palmo a palmo i sentieri. "L’ho sentito piangere, sono corso e l’ho visto seduto sotto l’albero, un po’ smarrito, ma in buona salute, solo qualche graffio alle gambe perché era rimasto impigliato in una rete che delimita il ristorante". Lo prende in braccio e lancia un urlo nella ricetrasmittente che gracchia a tutti l’happy end, mentre la chiesa del Gesù Salvatore scioglie la gloria come a Pasqua e suona le campane a distesa. È una favola il ritrovamento di Gennarino, passa di bocca in bocca come un dolce di Carnevale che qui si festeggia con la torta di migliaccio. Il piccolo è solo un po’ spaventato, ma sorride quando vede arrivare mamma Giovanna. "Probabilmente voleva andare all’asilo nido – spiega la donna – ma oggi volevamo tenerlo a casa perché ieri era stato poco bene. Abbiamo avuto paura, ma tutto è bene quel che finisce bene. Ora è a casa a giocare e a mangiare biscotti". Un finale a tinte rosee se non fosse per un piccolo neo. Il nonno materno, Franco, intossicato dall’ansia, si accascia appena sa che il nipote è stato ritrovato. Dopo si riprende e si può brindare.