Mercoledì 24 Aprile 2024

La Farnesina agli italiani: lasciate l’Ucraina

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La Farnesina invita gli italiani in Ucraina a rientrare "in via precauzionale". Mentre sul terreno la tensione è sempre più alta e la politica si confronta sulla strada da prendere, dopo una riunione straordinaria dell’Unità di crisi tutta dedicata alla minaccia russa ai confini dell’Ucraina, è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ad annunciare le decisioni prese.

I circa duemila italiani che vivono nel paese, la maggior parte dei quali nella capitale Kiev, sono invitati a salire su un aereo commerciale e tornare in patria il prima possibile. A chi è in Italia, "considerata la situazione di incertezza ai confini", viene invece chiesto di "posticipare tutti i viaggi non essenziali verso l’Ucraina", in particolare quelli "a qualsiasi titolo nelle regioni di Donetsk e Lugansk ed in Crimea", che sono "sconsigliati". Termini diplomatici per sottolineare la pericolosità degli spostamenti in un momento particolarmente delicato. Ma non solo: "Un’altra disposizione presa – ha aggiunto Di Maio – è quella di far rientrare tutto il personale della nostra sede diplomatica a Kiev non essenziale". Una scelta che non implica la chiusura dell’ambasciata, ha assicurato il ministro.

La fuga da Kiev dei cittadini dei Paesi occidentali, compresi gli italiani, e l’escalation di parole e truppe al confine tra Russia e Ucraina, spaventa la politica italiana che, sbigottita, per una volta non si divide dopo le mosse del governo italiano. Nessun distinguo dopo che il ministro Luigi Di Maio ha allineato le scelte italiane a quelle degli alleati Nato, anche se nelle dichiarazioni dei vari partiti si osservano delle sfumature, su come far avanzare il dialogo tra le parti. "La posizione della Farnesina che ha invitato i connazionali al rientro è condivisibile", ha detto Enrico Aimi, capogruppo di Fi in commissione Esteri del Senato, che conclude pessimistico: "tutti i tentativi di mediazione sono purtroppo falliti è doveroso aprire gli occhi al principio di realtà". Al realismo si richiama anche il leader della Lega, Matteo Salvini: "al mercato italiano vengono destinati circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo, attraverso l’Ucraina. Attenuare le tensioni ed evitare un’escalation militare è una questione di sicurezza nazionale per il nostro Paese". Rispetto a Forza Italia, dunque Salvini cita la necessità di "evitare una escalation militare". Anche le dichiarazioni in casa Pd invitano ad aderire alla postura della Nato, con la richiesta a Mosca di una de-escalation. Piero Fassino, presidente della Commissione Esteri della Camera ha esortato a continuare nelle iniziative "per una soluzione politica che garantisca la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina".