La facevano vivere da segregata Nordafricana liberata dalla polizia

Ha chiesto aiuto agli agenti intervenuti per una lite. Botte dal marito; documenti. sequestrati dal suocero

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Il suo incubo adesso è finito. Di lei si occupa una comunità protetta, anche se il percorso per arrivare a una vita normale sarà lungo e difficile. È stata la polizia di Mantova a mettere fine all’incubo di botte e segregazione di una giovane sposa nordafricana. Presa a pugni, minacciata, chiusa in casa e privata dei documenti dal marito, che spesso tornava a casa ubriaco, e dai suoi familiari. La segnalazione arriva dai vicini per una lite violenta. Sentono le grida anche i poliziotti che nel frattempo arrivano. Gli agenti chiedono di aprire la porta, davanti a loro appaiono i suoceri della ragazza.

"Mia nuora e mio figlio hanno litigato, ma ora è tutto a posto. Non c’è bisogno di aiuto", dicono. Ma dall’anticamera si vede la giovane, in soggiorno, a testa china che continua a piangere. Si avvicinano, e sulla guancia appare evidente il segno di una sberla. Accanto a lei il marito che continua a zittirla mentre il personale della polizia provava a parlare con lei. Poi in un istante, mentre i parenti erano distratti, la vittima ha provato ad attirare l’attenzione degli agenti con un gesto della mano. Lì, la giovane ha raccontato tutto. Ha detto che il marito l’aveva presa a pugni e schiaffi e poi le aveva stretto le mani al collo. Solo perché aveva detto di voler telefonare a un’amica. Sposata da un anno, era arrivata a Mantova da tre mesi per vivere con il marito. Invece si era ritrovata insieme ai suoceri e ai fratelli dell’uomo che aveva sposato, che nel frattempo era diventato violento e dedito all’alcol. Per paura che lei scappasse, il suocero le aveva portato via i documenti.

Alla fine è stata la stessa vittima a sporgere denuncia verso marito e suoceri. Il primo è stato accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, il suocero di maltrattamenti e violenza privata e la suocera di maltrattamenti. La giovane è stata accompagnata al pronto soccorso. Visitata dai medici è stata poi condotta in una struttura protetta dove sarà assistita lontano dai suoi aguzzini per i quali il questore di Mantova, Paolo Sartori, ha già avviato l’iter per l’ espulsione. "Denunciare subito maltrattamenti e soprusi – ha detto – è l’unico modo perché finiscano e non si arrivi a un epilogo ancor più tragico".

red. lom.