La ex prof finita a fucilate Sotto torchio il vicino di casa

Il movente potrebbe essere legato a conflitti sui confini tra le abitazioni. Ma l’arma non si trova

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GAGGIO MONTANO (Bologna)

Nebbia e mistero rimangono sui monti di Santa Maria Villiana, nella località di Gaggio Montano, sull’Appennino bolognese. Lì, in un agglomerato di case e villette costruite sulle pendici e abitate da un pugno di cento persone scarse. Lì, dove nella notte tra venerdì e sabato è stata trovata morta, uccisa sembra dai colpi di un fucile caricato a pallini, Natalia Chinni, insegnante di 72 anni in pensione.

Due i nodi che tengono banco nella matassa delle indagini portate avanti dalla sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri di Bologna e coordinate dal pm Antonello Gustapane. Su tutti l’arma del delitto, quel fucile che ancora non si trova. E il movente, quello che avrebbe spinto l’assassino a uccidere la donna. L’inchiesta infatti procede per omicidio aggravato dai futili motivi, che sarebbero da ricercare secondo gli inquirenti in vecchi attriti fra compaesani, forse scaturiti da questioni di terreni e confini. La pista di litigi e rapporti guastati tiene banco, mentre nei prossimi giorni sarà probabilmente disposta l’autopsia del cadavere della donna, per risalire al tipo di arma utilizzata e, presumibilmente, anche al suo proprietario.

Per il momento, nel registro degli indagati resta un solo iscritto: un vicino di casa di Gaggio Montano, assistito dall’avvocato Franco Oliva. L’iscrizione rappresenta un atto dovuto nei confronti del vicino per la sua tutela legale, ora che la sua casa è già stata perquisita dagli inquirenti, dopo averlo ascoltato a lungo nella notte di ieri e senza escludere un nuovo interrogatorio. Nei suoi confronti non è stata disposta alcuna misura cautelare né l’indagato ha ammesso il proprio coinvolgimento. Infine, stando ad altri residenti della zona, Natalia Chinni "non ha mai avuto problemi con nessuno. Era una donna tranquilla e cordiale, che mai avrebbe meritato di fare una fine del genere".

Francesco Zuppiroli