La ex navigator "Tanta fatica per nulla Ci siamo sentiti usati"

NAPOLI

Chi ha potuto, se n’è già andato. Ha partecipato a qualche concorsone comunale o a una delle sistemazioni del Pnrr previste da Brunetta e ha tagliato la corda. "Non tutti però – spiega Barbara, navigator romano di 50 anni, laurea magistrale e master alle spalle –. Oggi in Italia restano in 1300-1400 a fare ancora questo lavoro".

Molti si lamentano degli scarsi risultati.

"Già da prima della pandemia siamo riusciti a contattare, profilare, orientare migliaia di beneficiari di Reddito segnalando le offerte di lavoro raccolte dalle aziende contattate, creando un database. Abbiamo consigliato corsi di formazione, li abbiamo accompagnati anche alle scuole serali per chi non era in possesso di un diploma. E alla fine, sa qual è stato il risultato?".

Ce lo dica lei.

"Che ci siamo sentiti usati, e siamo diventati un capro espiatorio. La nostra immensa fatica, tradotta in puntali relazioni, finiva sulle scrivanie del Centri per l’impiego e lì restava. Perché? Non lo so, è inspiegabile, bisognerebbe chiedere a loro e alle Regioni".

Cosa bisognava fare, Barbara?

"Penso che sarebbero state utili due cose. La prima è l’incrocio con la domanda e offerta mettendo in rete anche le agenzie per il lavoro private. La seconda è di creare delle graduatorie dedicate e riservate, come quelle per gli invalidi".

"I navigator, in questo momento, non sono stati ricontrattualizzati perché non c’era la norma, ci pensino le Regioni", dice in sintesi il ministro Calderone. Cosa vi aspettate dal nuovo governo?

"Ci aspettiamo il nuovo contratto, scaduto a fine ottobre, e di essere valorizzati".

Sente di poter essere ancora utile a chi cerca un lavoro?

"Ne sono certa. Le Regioni, che pure non ci hanno aiutato, ora sentono la nostra mancanza. In una fase come questa in cui il sistema delle politiche attive ha cominciato a riattivarsi per le risorse Pnrr proprio rispetto alle attività di incrocio domanda-offerta di lavoro al fianco delle imprese, è assurdo che non si riparta proprio da chi ha operato a favore di un’utenza particolarmente fragile e delle aziende. Il rischio serio è quello di perdere gran parte delle opportunità di investimenti economici e sociali, previsti all’interno del Pnrr".

Intanto cosa fa?

"Resto a casa, leggo e aspetto. Qualche mio collega fa i concorsi pubblici. Restiamo tra color che sono sospesi".

Nino Femiani