Pontedera (Pisa) - Scagionati dopo sette anni, con il processo d’appello, dall’accusa di aver drogato e stuprato una coetanea. Siamo a luglio 2014. I ragazzi riaccompagnano le due amiche a casa a notte fonda. Una di loro, quella qualche ora dopo li denuncia, viene adagiata sul divano ma poi, verso l’alba, in stato confusionale, esce. Seguono ore rimaste avvolte nel giallo e mai chiarite fino in fondo – durante le quali la giovane girovaga, trova un passaggio da un pasticcere rimasto ignoto – prima di andare al pronto soccorso e denunciare la sua versione di una serata cominciata in quattro. L’appuntamento per raggiungere la villa dei nonni di uno dei due ragazzi. I drink a bordo piscina, a base di vodka e schweppes. Solo una delle due ragazze non beve quest’ultima bibita: e sarà la testimone degli accadimenti e colei che racconterà all’amica, il giorno dopo, ciò che lei non ricorda aprendo le porte alla denuncia che innescherà il caso. È estate. C’è la piscina, c’è da bere. Ci sono i vent’anni. Siamo a Pontedera, nel Pisano, ed è la storia di una notte di luglio finita in tribunale. Perché una delle due ragazze accusa gli amici, di averla coinvolta in un gioco di sesso a tre dopo averle fatto assumere il Ghb, la droga dello stupro. Indaga la polizia. L’attenzione di concentra sulle bottiglie vuote. Il Ghb rilevato in tracce, è l’indizio chiave che porta all’arresto dei due ragazzi. È o no drogata la ventenne quando ha rapporti sessuali con i due? Questa la domanda cardine di tutto il primo processo. E le tracce di droga invisibile, incolore e insapore, restano in piedi fino alla sentenza: il pubblico ministero chiede la condanna a 9 anni. I giudici ne infliggono 8 a Mattia Rizza di Pontedera ed Edoardo Nieri di ...
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