Mercoledì 24 Aprile 2024

La docente-tifosa e quel concorso sospetto

Il faro del pm di Perugia sulla prova per diventare ordinario vinta dalla professoressa Spina. I conti in rosso e i guai dell’ateneo

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È la docente-tifosa della Juve, che si ’vantava’ del rapporto con l’allievo Luis Suarez al quale raccomandava di ripassare le domande (concordate, secondo l’accusa) anche mentre era in aereo, e adesso anche sul concorso per ordinario, vinto dalla prof Stefania Spina il primo agosto scorso, la procura ha acceso un faro, ipotizzando che sia stato ’pilotato’.

Nel mirino della magistratura ci sarebbero tre posti assegnati, dei quattro banditi dall’Università per stranieri, nonostante il grave deficit economico quantomeno sconsigliasse l’Ateneo di assumere, e la ’profilazione’ dei concorsi sia ormai vietata. Come sa bene un ex numero uno dell’Anac, come Raffaele Cantone che, agli atti dell’indagine perugina, si è ritrovato pure la segnalazione, per irregolarità dell’Osservatorio indipendente dei concorsi universitari, in particolare su Glottologia e linguistica, Scienza Politica e Letteratura italiana. È questa una delle tranche su cui indagava la Guardia di finanza del comando provinciale di Perugia – diretto dal colonnello Massimo Cardone – con i pm Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti quando, intercettando il telefonino di Simone Olivieri, l’accorto direttore generale di Palazzo Gallenga, si imbatte nella prima telefonata sul caso Suarez che preannuncia lo scandalo. Nell’informazione di garanzia inviata alla Rettrice, Giuliana Grego Bolli, e allo stesso Olivieri ci sono anche una sfilza di accuse per episodi precedenti al presunto esame ’farsa’: reati commessi tra il settembre 2018 e il dicembre 2019. I vertici dell’UniStra devono rispondere, in particolare, di turbativa d’asta e false dichiarazioni sull’identità. E i concorsi sono un capitolo di questa ennesima storiaccia che investe l’Ateneo.

Anche se la disfatta di Palazzo Gallenga, e l’emorragia inarrestabile di studenti, era iniziata ben prima. Lontani i tempi dei facoltosi allievi mediorientali (nel 1981 ci studiò sotto falso nome anche da Mehmet Alì Agca, l’attentatore del Papa) e degli americani, compresa l’Amanda Knox del delitto di Meredith Kercher, l’UniStra si barcamena, in concorrenza con l’Università per stranieri di Siena, cercando di attrarre il contingente cinese.

Ma vuoi i veleni, anche interni, e una gestione bollata come poco trasparente, Palazzo Gallenga si ritrova con un buco da tre milioni di euro che induce i revisori dei conti a non approvare il bilancio 2018-2019. Grego Bolli e Olivieri scaricano le colpe sulla precedente governance, additata come "lacunosa e omissiva", con "irregolarità amministrative e contabili". Mancano all’appello proprio i soldi degli studenti cinesi dei corsi Marco Polo e Turandot. La vicenda finì all’attenzione della procura. La Finanza ci andò a mettere il naso scoprendo che la catena di irregolarità – vere o da provare – sarebbe andata avanti, fino a bussare alla porta dei concorsi e, adesso degli esami truccati.

Erika Pontini