Venerdì 19 Aprile 2024

La dirigente del Miur e il fardello delle accuse

Roma, indagata per corruzione si è lanciata dal sesto piano. Ma i dirigenti scolastici fanno quadrato: "Non giudicate, evitate le gogne"

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di Giovanni Rossi

È il classico caso in cui immagine pubblica dell’accusato e sospetti dei magistrati inquirenti entrano in drammatica collisione. Resta ricoverata in prognosi riservata al policlinico Gemelli Giovanna Boda, 47 anni, figura apicale del ministero dell’Istruzione, dirigente di lungo corso in viale Trastevere. Mercoledì sera la responsabile Risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur si è lanciata dal secondo piano di un palazzo nel centro di Roma. Ora è ricoverata in rianimazione post intervento, sedata e in condizioni stabili.

All’origine del tentato suicidio, l’indagine per corruzione avviata dalla procura di Roma a carico dell’alta dirigente del Miur, della sua collaboratrice Valentina Franco ("consapevole del pactum sceleris") e dello psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco, legale rappresentante rappresentante dell’Istituto italiano di ortofonologia, nonché amministratore della Come (società editrice dell’agenzia Dire, che fornisce ampia a copertura alle aree scuola e giovani). Secondo i pm Paolo Ielo e Carlo Villani, sarebbero i protagonisti di un articolato caso di corruzione. Ipotesi investigativa – tutta da dimostrare – sfociata in avvisi di garanzia e perquisizioni nella sede del Miur, nelle abitazioni e nelle proprietà private degli indagati, nonché nelle sedi delle società riconducibili a Bianchi di Castelbianco, incluse Mite (Minori informazione tutela educazione) ed Edizioni Magi.

Le Fiamme gialle, incaricate dalla procura di prelevare "tracce o cose provenienti dal reato e in particolare materiale o documentazione utile alle indagini", oltre agli "affidamenti eo incarichi eo appalti dati dal Ministero alle società riconducibili a Bianchi di Castelbianco" e a "denaro e utilità ricevute dalla Boda", hanno svolto le perquisizioni nella giornata di martedì. Sequestrati anche cellulari e computer. A 24 ore di distanza, la dirigente indagata – coniugata con il procuratore di Chieti Francesco Testa – non ha retto alla tensione. E proprio quando avrebbe dovuto incontrare il suo avvocato, si è lanciata nel vuoto. "Era sconvolta", il commento del marito, accorso al Gemelli.

Gravissimi i sospetti della procura, così sintetizzabili: alla Boda carta di credito, regali e benefit per un totale di 679mila euro; a Bianchi di Castelbianco lavori sicuri, anche con affidamenti da 39.500 euro per evitare gare d’appalto. Accuse pesantissime per una dirigente di riconosciuto spessore e spiccato impegni civile: dall’organizzazione delle giornate della legalità che ogni anno portano a Palermo centinaia di studenti per la commemorazione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, all’attività infaticabile nelle scuole terremotate.

Increduli il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e decine di associazioni del mondo educativo e scolastico che hanno espresso pubblico apprezzamento alla dirigente indagata "per la professionalità e per l’umanità" sempre dimostrate. "Attonita" l’Associazione nazionale presidi: "Tutta l’Anp esprime la propria affettuosa vicinanza alla dottoressa Boda. Le vicende impongono un rispettoso silenzio. In queste ore riteniamo prioritario augurarci che le condizioni della dottoressa Boda migliorino e che possa, presto, ritrovarsi con i suoi cari. Rinnoviamo la nostra fiducia nel lavoro della magistratura".