Venerdì 19 Aprile 2024

La dieta Covid rende nervosi e fa ingrassare

Mauro

Bassini

Adesso è tutto chiaro. È il Covid che ci ha manomesso il cervello e ci ha rovinato quasi tutto, anche la pausa pranzo. Pare che la fretta scateni un’attrazione magnetica per bidoni di maionese, vasoni di nutella, sacchi di patatine, pile di pizze, metri di salame. "Mangio come un avvoltoio, e purtroppo le somiglianze non si fermano lì", diceva Groucho Marx quando il Covid non esisteva. Oggi perfino il cibo è la causa e l’effetto di un disturbo. Mangiamo di più e peggio, meno gratificati e più stressati. Il girovita ci dà la grave misura. Siamo più nervosi, ma servono nervi saldi, perché pancia e testa sono collegati. In teoria, l’autodifesa è semplice: verdure, frutta, carni bianche, pesce, yogurt, parmigiano. Quelli bravi consigliano curcuma e tè verde che innescano protezioni naturali. I grandi chef indicano la retta via. Un piatto del celebre Niko Romito si chiama “carciofo e finocchio”.

Cioè un carciofo, un quarto di finocchio e nient’altro. Al che uno dice: tutto qui? Poi assaggia e scopre il carciofo e il finocchio più carciofo e più finocchio della sua vita. Non siamo tutti bravi come Romito, ma proviamo a salvarci con la semplicità. Non è semplice. Oltretutto, la solita ricerca della solita eccellente università americana ci invita a diffidare delle diete rigorose, perché aumentano lo stress. E lo stress ci fa assimilare il doppio di calorie. La pausa pranzo ai tempi del Covid è una brutta storia. Non si vede l’ora di tornare al lavoro per ritrovare un po’ di relax.