
Onorevole Tommaso Foti (nella foto), capogruppo FdI alla Camera, la questione immigrazione sta diventando ancora più delicata per il governo. Siamo vicini a una crisi, a livello europeo, su questo fronte?
"Quella dei flussi migratori è una situazione molto grave che deve avere una risposta in ambito europeo. La decisione di Francia e Germania complica le cose. L’Italia non può diventare il punto di primo approdo e di unica ospitalità di una immigrazione che oggi è epocale, quindi o l’Europa batte un colpo o diversamente lo dovrà battere autonomamente l’Italia, anche oltre quello che l’Europa sta facendo o non facendo".
Spieghi bene questo "battere un colpo"…
"Francia e Germania ci chiedono di riprenderci velocemente gli immigrati irregolari che dopo essere sbarcati in Italia sono andati in altre Nazioni europee. Noi diciamo invece che bisogna prima difendere i confini esterni dell’Unione europea per arginare l’immigrazione illegale e solo dopo occuparci dei movimenti secondari. Questa è la posizione che il governo Meloni ha sempre sostenuto e sul quale il Consiglio europeo ha trovato un accordo. Le scelte di questi giorni di Francia e Germania, che ovviamente non condividiamo, vanno inquadrate nell’ambito di questo dibattito".
Quindi che cosa deve fare, concretamente, il governo italiano, a suo parere?
"La posizione oggi del governo italiano non può essere anche di durissima fermezza, perché gli italiani hanno gli stessi diritti degli altri cittadini europei: non si capisce per quale ragione l’Italia dev’essere abbandonata a se stessa in ragione di una posizione geografica che, tra l’altro, vede nel Mediterraneo interessi di molte potenze straniere. Insomma, l’Italia da sola non ce la può fare a fronte di una situazione che vede ora dei problemi gravissimi in Libia, in Tunisia, dove l’accordo fatto con quel Paese darà buoni frutti in tempi consoni, e con la Turchia. A tacere della Russia che di fatto ha chiuso i rubinetti del grano, mettendo in ginocchio, sul fronte alimentare, molti Paesi. E comunque è l’Europa che deve battere un colpo impedendo le partenze; se non si fa questo, non si risolve nulla".
Questione di priorità, come per la legge di Bilancio...
"Su questo fronte, il governo ha delle priorità precise, proprio perché le risorse sono poche; famiglie, imprese, lavoratori, con il taglio del cuneo fiscale, e sanità".
Risorse poche, nonostante la tassa sull’extragettito che ora sembra incostituzionale, sostiene anche la Bce.
"Con tutto il rispetto, dei problemi di costituzionalità su una legge italiana si occupa la nostra Corte Costituzionale, non altri, ma anche su questo va fatta una riflessione di principio. Quando il sistema bancario si è trovato in difficoltà, vedi Monte dei Paschi di Siena, si sono chieste deroghe all’Europa per consentire al governo italiano di entrare massicciamente nel capitale di quell’Istituto e salvare la banca e i suoi correntisti. Ora, se guardiamo quello che è accaduto negli ultimi tempi vediamo che la Bce ha deciso di alzare i tassi di interesse sui mutui e gli interessi passivi praticati dalle banche si sono riverberati su famiglie e imprese, ma qui emerge lo squilibrio: il denaro in prestito viene pagato in modo salato, ma per i depositanti non c’è alcun tipo di remunerazione. Il governo, di fatto, non ha fatto altro che andare a recuperare in parte quella mancata remunerazione che le banche non hanno riconosciuto ai correntisti. Qualcosa di molto equilibrato rispetto allo squilibrio che c’era prima dovuto alla nuova politica della Bce sui tassi che sì metterà un freno all’inflazione, ma riduce anche la possibilità di crescita e di spesa delle persone".