La delirante versione del killer: "Ho ucciso Yana come lei ha ucciso me"

Dalle carte dell’inchiesta sulla scomparsa di Malayko spunta la confessione del suo ex alla sorella. Dopo le parole del fratello la donna ha subito avvertito i carabinieri. In casa il sangue della vittima

Yana Malayko, ucraina di 23 anni, faceva la barista. È sparita dal 20 gennaio scorso

Yana Malayko, ucraina di 23 anni, faceva la barista. È sparita dal 20 gennaio scorso

Mantova, 26 gennaio 2023 - "Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me". È la delirante confessione dell’ennesimo femminicidio. Le 9.18 di venerdì scorso. Un appartamento al quarto di dieci piani nel ’grattacielo’ in piazzale della Resistenza, a Castiglione delle Stiviere. Dumitru Stratan, moldavo di 33 anni, confessa alla sorella Cristina: ha ucciso la sua ex, Yana Malayko, ucraina 23enne. In casa di Cristina, dove la vittima era ospite, c’è il sangue di Yana, non il corpo. Da quel giorno si continua inutilmente a cercarlo. Dumitru è in carcere a Mantova. In 27 pagine d’ordinanza di custodia, il gip Antonio Serra Cassano lo accusa di un delitto meditato, preparato e compiuto, oltre che di occultamento di cadavere.

Il contesto in cui matura il delitto ricalca lo schema di tutti i casi di femminicidio, con il killer ossessionato dal fatto che Yana non accettasse di riprendere la relazione e si stesse rifacendo una vita. Meno di una settimana prima Dumitru aveva atteso Yana dopo il lavoro nel bar di Cristina, l’Event Coffee. "Yana – ha messo a verbale il nuovo compagno – mi riferiva che Dima (il soprannome di Dumitru, ndr) aveva confessato di essere deluso, l’aveva chiamata traditrice e aveva aggiunto che qualora avesse intrattenuto una relazione con un uomo conosciuto da entrambi, lui l’avrebbe uccisa. Era la prima volta che Dima la minacciava. Ma durante la relazione aveva alzato le mani su di lei un paio di volte".

La volontà, l’inganno freddamente tessuto. L’agguato, la trappola mortale. L’ordinanza del gip è anche un terribile racconto. Verso la mezzanotte e mezza fra giovedì e venerdì, Yana è in casa del nuovo fidanzato. Riceve in sequenza sei telefonate e un numero imprecisato di sms. È opera di Dumitru. L’inganno è servito: ha ancora con sé, dice il moldavo, il cane di Yana, che non sta bene. Dima vorrebbe riconsegnarlo a Yana nell’appartamento di Cristina. Intanto non perde occasione per chiedere a Yana (per lui e gli amici è Bonnie) se è con qualcuno. Yana è diffidente, esasperata. Accetta quello strano appuntamento. La sua inquietudine aumenta quando, dopo l’1.30, si presenta a casa di Cristina e si accorge che la telecamera che sorveglia l’accesso al bilocale è spenta. Non fatica ad attribuire la manomissione a Dima, che ha le chiavi. Yana rimane in contatto col nuovo compagno. Lo informa dell’arrivo di Dumitru. Ha con sé il cane, che sembra stare bene. Subito dopo il suo ingresso, Dumitru cerca il rivale, convinto di trovarlo. Yana replica: è vero, è stata con lui l’intera serata. Alle 2.30 Yana e il ragazzo si salutano per l’ultima volta. Per la ragazza ucraina è l’ultimo scorcio di vita.

Dumitru commette una serie di errori grossolani, fissati dalle telecamere del palazzo e della zona. Il suo affacciarsi, guardingo, dall’ascensore. Sono le 5.13. Meno di un minuto dopo esce trascinando un voluminoso involucro azzurro, all’apparenza pesante. L’uscita con quel fardello dalla porta che dà sul parcheggio del condominio. Il ritorno, fissato dalle immagini, questa volta dalla porta principale. La comparsa della sua Mercedes coupé nera dall’ingresso carraio. Dumitru che deposita qualcosa nel bagagliaio. La vettura che si allontana. La meta è la località Valle, zona di boschi, prati, torbiere, un laghetto, un pozzetto artificiale. La tomba di Yana Malayko è ancora lì, nascosta. Poi, dopo averle parlato di "cose normali", la confessione agghiacciante alla sorella. Cristina avverte i carabinieri. Lo fermano a casa della sorella. Sul dorso delle mani i graffi freschi, forse lasciati da arbusti mentre occultava il cadavere. Nell’alloggio della sorella il giaccone infangato. E tracce del sangue di Yana. Per ora tutto quello che rimane di lei.